Caso Grillo Jr.: condanna per Ciro e tre amici nello stupro di gruppo in Costa Smeralda

Lorenzo Di Bari

Settembre 23, 2025

La denuncia di una giovane italo-norvegese ha dato il via a un’importante inchiesta per violenza sessuale, culminata in un verdetto che ha scosso l’opinione pubblica italiana. Il caso riguarda un presunto stupro di gruppo avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, all’interno del residence di Ciro Grillo, figlio del celebre fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. Il 23 settembre 2025, dopo sei anni e due mesi di indagini e processi, sono state emesse le condanne.

Il verdetto e le condanne

Il processo ha portato a quattro condanne: Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria sono stati condannati a otto anni di carcere, mentre Francesco Corsiglia ha ricevuto una pena di sei anni e mezzo. Questo verdetto arriva in un contesto di grande attenzione mediatica e sociale, data la notorietà degli imputati e la gravità delle accuse. Il procuratore Gregorio Capasso ha guidato l’accusa, sottolineando l’importanza di questo caso per la giustizia e per le vittime di violenza sessuale.

La dinamica della serata

La serata incriminata inizia con due ragazze, Silvia e Roberta (nomi di fantasia), entrambe diciannovenni. Le due giovani si trovano a Porto Cervo, dove incontrano Ciro Grillo e i suoi amici. Dopo aver trascorso del tempo in un locale, accettano l’invito a una cena nel residence di Grillo. La notte si trasforma in un incubo per Silvia, che accusa i quattro ragazzi di averla stuprata a turno. Gli imputati, dal canto loro, sostengono che il rapporto fosse consensuale, mentre iniziano a documentare la situazione con foto e video della ragazza addormentata.

Le udienze e le testimonianze

Il processo ha avuto inizio con la prima udienza il 16 marzo 2022, presso il tribunale di Tempio Pausania, in Gallura. Durante le udienze, il procuratore ha messo in evidenza le contraddizioni nelle dichiarazioni degli imputati, definendole “inattendibili”. Al contrario, ha elogiato la coerenza della testimonianza di Silvia, che ha dichiarato di aver consumato alcol in abbondanza quella notte, ma ha sottolineato che questo non giustifica in alcun modo le azioni dei ragazzi. La testimonianza di Silvia è stata drammatica, raccontando le sue sensazioni di impotenza e la sua lotta interiore dopo l’episodio.

Le reazioni e le conseguenze

La lettura del verdetto ha visto l’assenza degli imputati e della stessa Silvia, che, sebbene desiderasse essere presente, è stata consigliata dalla sua legale, l’avvocata Giulia Bongiorno, di non partecipare per evitare di essere ripresa. La condanna ha sollevato un dibattito intenso sulla violenza di genere e sul trattamento delle vittime. Il caso ha messo in luce le difficoltà che affrontano le donne nel denunciare episodi di violenza, e ha aperto una riflessione sulla necessità di un cambiamento culturale e giuridico in Italia.

Le ripercussioni di questo caso si faranno sentire a lungo, sia sul piano legale che su quello sociale, evidenziando l’urgenza di affrontare la questione della violenza sessuale e il supporto alle vittime.

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