Il 22 settembre 2025, un rapporto dell’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC) ha rivelato che il precompilato del 730 è utilizzato da un italiano su due, ma il 14% delle dichiarazioni presenta errori legati alle doppie certificazioni uniche. Sebbene la scelta di affidarsi al 730 precompilato possa apparire come la soluzione più semplice, è importante sottolineare i rischi concreti e spesso sottovalutati che comporta. La ANC ha messo in guardia i contribuenti sulla necessità di verificare attentamente i dati per evitare problematiche future.
Il precompilato: vantaggi e limiti
Il precompilato rappresenta un significativo passo avanti nella digitalizzazione del sistema fiscale italiano, rendendo più accessibile la dichiarazione dei redditi. Tuttavia, non garantisce automaticamente l’accuratezza e la completezza delle informazioni. Giovanni Pizza e Fabrizio Pinci, esperti della startup sociale BonusX, evidenziano che, nonostante il precompilato faciliti l’accesso ai dati fiscali, non elimina le complessità legate alla dichiarazione. Le banche dati possono non essere sempre aggiornate e molte spese rilevanti potrebbero non essere incluse automaticamente. Per questo motivo, è fondamentale l’intervento di un professionista che possa garantire che ogni dettaglio venga considerato, evitando così la perdita di rimborsi significativi.
I rischi di una dichiarazione non verificata
Affidarsi al 730 precompilato senza una verifica accurata comporta diversi rischi. Errori materiali come omissioni di redditi, inserimento errato di familiari a carico o calcoli imprecisi possono avere conseguenze gravi. Un errore formale, come l’utilizzo di un bonifico ordinario invece di quello ‘parlante’, può compromettere una detrazione fiscale. Inoltre, nel caso di una doppia certificazione unica, l’Agenzia delle Entrate potrebbe non considerare tutti i giorni lavorati, influenzando negativamente il calcolo delle detrazioni per lavoro dipendente. Secondo i controlli preliminari di BonusX, circa il 14% delle dichiarazioni analizzate presenta questo tipo di problema, il che potrebbe coinvolgere un numero elevato di contribuenti.
Il modello precompilato non è una garanzia contro i controlli fiscali. La mancanza di indicazione di spese o oneri può portare a perdite di rimborsi, mentre l’omissione di redditi può comportare sanzioni. Come sottolineato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è essenziale effettuare una verifica approfondita per distinguere tra dati che potrebbero comportare solo un mancato beneficio e quelli che potrebbero avere conseguenze sanzionatorie. Trascurare i controlli può trasformare un rimborso legittimo in un’opportunità persa o addirittura in un problema con l’Agenzia delle Entrate.
Il valore di un 730 corretto: esempi pratici
Per comprendere l’importanza di una corretta integrazione del 730, è utile esaminare alcuni esempi pratici. La mancanza di voci significative può ridurre o annullare rimborsi legittimi. Ad esempio, per spese mediche di 500 euro, il rimborso ammonta a circa 70 euro, mentre per l’affitto di studenti universitari fuori sede, è possibile ottenere fino a 300 euro, a seconda del reddito. Per un mutuo di 100.000 euro, gli interessi passivi di 3.000 euro possono generare circa 570 euro di detrazione, ma solo se i dati sono correttamente riportati. Inoltre, per lavori di ristrutturazione, la detrazione può arrivare a 5.000 euro, mentre per interventi di risparmio energetico può raggiungere i 6.500 euro.
Infine, per spese scolastiche, su un totale di 600 euro, il rimborso può essere di circa 114 euro. La mancata integrazione di queste voci può comportare perdite economiche significative, che variano da poche decine a migliaia di euro. Questo non solo ha un impatto finanziario, ma può anche influenzare il benessere psicologico dei contribuenti, alimentando l’incertezza durante la fase di dichiarazione.