Oggi, 21 settembre 2025, il primo ministro britannico Keir Starmer è atteso a un annuncio significativo riguardo al riconoscimento dello Stato della Palestina da parte del Regno Unito. Secondo quanto riportato dalla BBC, Starmer aveva precedentemente dichiarato che la posizione del Regno Unito sarebbe cambiata a settembre, a condizione che Israele accettasse determinate condizioni, tra cui un cessate il fuoco a Gaza e l’impegno per un accordo di pace duraturo che contemplasse una soluzione a due Stati.
Il riconoscimento della Palestina, come sottolineato dalla BBC, rappresenta un cambiamento sostanziale nella politica estera britannica. I funzionari governativi ritengono che sia giunto il momento di agire, sottolineando la responsabilità morale di mantenere viva la speranza di un accordo di pace a lungo termine in Medio Oriente.
Conferenza a New York sul riconoscimento della Palestina
Un gruppo di circa dieci Paesi, guidato dal Regno Unito e dalla Francia, si prepara a formalizzare il riconoscimento dello Stato di Palestina durante una conferenza sui due Stati, che si svolgerà domani, 22 settembre, a New York. Questa conferenza è co-presieduta da Parigi e Riad e si tiene in concomitanza con l’Assemblea generale dell’ONU. L’iniziativa, promossa dal presidente francese Emmanuel Macron e sostenuta da nazioni come Canada, Australia, Belgio e Portogallo, rappresenta un’importante opportunità per rilanciare la diplomazia, mentre Israele continua la sua offensiva militare, mirata alla conquista di Gaza City, nonostante le richieste internazionali di fermare le ostilità e proteggere i civili.
Dichiarazioni di Macron e reazioni internazionali
Emmanuel Macron ha ribadito la sua intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina durante la conferenza di New York, dopo un colloquio con il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Macron ha affermato che questo riconoscimento è parte di un piano di pace globale per la regione, mirato a soddisfare le esigenze di sicurezza e pace sia per gli israeliani che per i palestinesi. Ha anche avuto discussioni con Mohammed bin Salman, erede al trono saudita, evidenziando l’importanza della conferenza per mobilitare la comunità internazionale verso una soluzione duratura.
Secondo fonti diplomatiche europee citate da Politico, l’iniziativa riflette la crescente pressione delle opinioni pubbliche sui governi europei, che si sentono obbligati a rispondere all’intensificarsi delle operazioni israeliane a Gaza, dove la crisi umanitaria si aggrava. Israele, tuttavia, respinge le accuse di carestia, sostenendo la necessità di sconfiggere militarmente Hamas.
Questa decisione segna anche una frattura con gli Stati Uniti, storicamente il principale alleato di Israele. L’Amministrazione Trump ha definito l’iniziativa “simbolica e controproducente”, avvertendo che potrebbe incoraggiare Hamas e complicare ulteriormente la situazione sul campo. Anche il ministero degli Esteri israeliano ha criticato la scelta, definendola “un premio al terrorismo“.
L’Autorità nazionale palestinese ha accolto con favore il riconoscimento, considerandolo un passo storico verso la pace e il riconoscimento internazionale. Abbas interverrà in video-collegamento all’Assemblea generale, poiché gli Stati Uniti non gli hanno concesso il visto per partecipare di persona.
Posizione di Germania e Italia
Alcuni Paesi europei, tra cui Germania e Italia, hanno dichiarato che non riconosceranno la Palestina la prossima settimana. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha affermato che Roma è favorevole al riconoscimento dello Stato palestinese, ma ha sottolineato che attualmente non esiste uno Stato palestinese unificato. Ha evidenziato la divisione tra la Cisgiordania, governata dall’Autorità nazionale palestinese, e Gaza, controllata da Hamas, un’organizzazione considerata terroristica. Tajani ha concluso che non si può legittimare un governo terroristico, indipendentemente dalle responsabilità di Israele.
La situazione rimane complessa e delicata, con le tensioni in Medio Oriente che continuano a richiedere attenzione e intervento da parte della comunità internazionale.