Gaza: Hamas avverte di possibili esecuzioni di ostaggi, Israele sollecita Usa a intervenire con l’Egitto

Lorenzo Di Bari

Settembre 20, 2025

Il gruppo militante palestinese Hamas ha recentemente diffuso un fotomontaggio che ritrae i 47 ostaggi attualmente in suo possesso, accompagnato dal nome di Ron Arad, un militare israeliano catturato nel 1986 in Libano. Il messaggio, descritto come una “foto d’addio”, è stato rilasciato mentre Israele intensifica la sua offensiva su Gaza City. La situazione si fa sempre più tesa, con minacce dirette da parte di Hamas riguardo alla sorte degli ostaggi.

La situazione a Gaza city

Hamas ha lanciato un chiaro avvertimento, affermando che potrebbe procedere all’eliminazione degli ostaggi. Questo avviene nel contesto di un’operazione militare israeliana in corso a Gaza City, dove le forze israeliane hanno intensificato i bombardamenti. Il fotomontaggio pubblicato da Hamas non solo include le immagini degli ostaggi, ma accusa anche il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di rifiutare un cessate il fuoco e la liberazione degli stessi. Inoltre, il gruppo ha criticato il capo di Stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane, Eyal Zamir, per aver ordinato l’assalto a Gaza City, nonostante le sue presunte riserve.

Le fonti militari israeliane indicano che, prima dell’inizio dell’operazione, circa 20 dei 47 ostaggi erano ancora vivi. Si sospetta che alcuni di essi siano stati spostati dai tunnel e utilizzati come scudi umani in diverse località della città, rallentando così l’avanzata delle forze israeliane.

Le pressioni di Israele su washington e il ruolo dell’egitto

Nel frattempo, Netanyahu ha contattato l’Amministrazione Trump per richiedere pressioni sull’Egitto affinché venga ridimensionato il recente rafforzamento militare nel Sinai. Secondo quanto riportato da Axios, che cita un funzionario statunitense e due funzionari israeliani, le azioni dell’Egitto sono percepite come una fonte di tensione tra i due Paesi, specialmente in un momento in cui Israele sta conducendo operazioni militari nella Striscia di Gaza.

Israele ha deciso di coinvolgere l’Amministrazione Trump dopo aver constatato la mancanza di progressi nei colloqui con le autorità egiziane. Un funzionario israeliano ha dichiarato che le attività egiziane nel Sinai sono motivo di seria preoccupazione. Durante un incontro a Gerusalemme, Netanyahu ha presentato al segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, un elenco di attività egiziane considerate violazioni del trattato di pace del 1979 tra Israele ed Egitto.

Le accuse includono la creazione di infrastrutture militari nel Sinai, alcune delle quali potrebbero avere scopi offensivi. L’Egitto è accusato di aver ampliato le piste delle basi aeree nel Sinai per l’uso di caccia e di aver costruito siti sotterranei potenzialmente adibiti a ospitare missili, sebbene al momento non ci siano prove concrete in tal senso.

Le reazioni egiziane e le vittime a gaza

Un funzionario egiziano ha respinto le affermazioni israeliane, sostenendo che l’Amministrazione non ha recentemente sollevato la questione con Il Cairo. Tuttavia, una fonte egiziana ha confermato che Netanyahu ha discusso con Trump del rafforzamento militare egiziano nel Sinai. Non è chiaro se Trump abbia comunicato il messaggio al presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi.

La fonte egiziana ha aggiunto che le misure adottate dall’Egitto sono motivate dalla preoccupazione che Israele possa costringere i palestinesi a spostarsi da Gaza nel territorio egiziano. Nel frattempo, notizie provenienti dalla Striscia di Gaza indicano che almeno 36 palestinesi sono morti dall’inizio delle operazioni militari israeliane, con 31 vittime a Gaza City. Tra i morti, un palestinese è stato ucciso mentre attendeva aiuti umanitari.

Le fonti locali hanno riferito di pesanti bombardamenti israeliani e di un’intensa offensiva in diverse aree di Gaza City, alimentando ulteriormente le tensioni nella regione.

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