Eurogruppo e Ecofin si riuniscono in forma informale a Copenaghen oggi e domani

Marianna Ritini

Settembre 19, 2025

I ministri dell’Economia e delle Finanze dei Paesi dell’Unione Europea si sono riuniti a Copenaghen, in Danimarca, il 19 e 20 settembre 2025, per partecipare all’Eurogruppo e all’Ecofin informale, un appuntamento annuale che segna la conclusione dell’estate e anticipa la stagione delle manovre finanziarie nazionali. Le riunioni hanno avuto luogo presso il Forum Kobenhavn, una struttura polifunzionale situata a Fredriksberg, un comune che si trova all’interno della capitale danese. Questo luogo, capace di accogliere fino a 10.000 persone, è noto per ospitare eventi sportivi, concerti e fiere, avendo visto esibirsi artisti del calibro di Bryan Adams, Black Sabbath e Michael Bublé.

L’agenda dell’eurogruppo

L’incontro dell’Eurogruppo è iniziato nella mattinata del 19 settembre e, come di consueto per le riunioni informali dell’Ecofin, ha avuto una durata contenuta. I lavori sono partiti con la presentazione del programma di lavoro per i prossimi mesi, con particolare attenzione a una “discussione strategica” prevista per novembre. Un alto funzionario dell’Unione Europea ha spiegato che in quella occasione si analizzerà come l’Eurogruppo possa contribuire al ciclo di sorveglianza dei bilanci nazionali, in conformità con le nuove regole del patto di stabilità riformato. Durante l’incontro, sono stati esaminati gli sviluppi della situazione economica, basandosi sugli aggiornamenti forniti dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea.

Il quadro economico attuale è stato descritto come “non meraviglioso”, ma ha mostrato una certa “resilienza” nonostante le sfide affrontate, come le tensioni commerciali che hanno portato a un accordo svantaggioso sui dazi con gli Stati Uniti. L’inflazione ha mostrato segni di stabilizzazione, rientrando in livelli considerati “coerenti” con gli obiettivi di stabilità dei prezzi. Tuttavia, i dazi e l’apprezzamento dell’euro potrebbero influenzare la crescita. Nonostante ciò, si prevede un supporto all’attività economica grazie agli stimoli derivanti dall’aumento della spesa in difesa e infrastrutture.

La situazione della Francia

Tra i vari Stati membri, la Francia è stata al centro dell’attenzione. Il Paese si trova attualmente in una fase di instabilità politica, con un governo dimissionario guidato dal premier Sebastien Lecornu, che sta cercando di formare un nuovo esecutivo dopo la caduta di Francois Bayrou l’8 settembre 2025. Questo rappresenta il secondo governo francese a cadere in meno di un anno, dopo la crisi che ha colpito l’amministrazione di Michel Barnier nel dicembre 2024. Lecornu è il quinto premier nominato dal presidente Emmanuel Macron dal 2022.

La situazione francese ha suscitato un elevato interesse tra i membri dell’Eurogruppo. L’alto deficit, che si attesta poco sotto il 6%, e il debito pubblico, che raggiunge il 114% del PIL, hanno portato a un allineamento dei rendimenti dei titoli di Stato francesi con quelli italiani, superando persino i decennali greci. I ministri ascolteranno il rappresentante francese, ma l’assenza di un governo in carica rende prematuro discutere di sviluppi significativi. Tuttavia, si prevede che ci saranno opportunità per affrontare la questione dei conti pubblici francesi nei prossimi incontri.

Il presidente dell’Eurogruppo ha invitato Aurore Lalucq, presidente della commissione Econ del Parlamento Europeo, a partecipare al dibattito. In un formato allargato, che include anche i ministri dei Paesi non membri dell’euro, si discuterà dell’euro digitale. Questo argomento, da tempo in agenda, sta per raggiungere una conclusione, ma si prevede che potrebbe essere necessario riprenderlo in ottobre. Una volta ottenuto il supporto dell’Eurogruppo, la presidenza danese intende trasferire il dossier all’Ecofin, con l’obiettivo di completare il lavoro entro la fine dell’anno.

Le tematiche economiche in discussione

Dopo il termine dell’Eurogruppo, è iniziato l’Ecofin informale, durante il quale i ministri dell’Unione Europea hanno partecipato a una colazione di lavoro per discutere le implicazioni economiche delle normative europee. Tra i temi trattati, vi è stata la necessità di svolgere un ruolo più attivo nel garantire che le nuove legislazioni siano vantaggiose dal punto di vista economico, minimizzando al contempo gli oneri per le imprese e i costi per le finanze pubbliche.

Nel pomeriggio, l’attenzione si è concentrata sulla semplificazione della regolamentazione finanziaria, con focus sulle norme che riguardano le banche e il settore finanziario. La sessione ha esplorato la complessità del quadro normativo dell’Unione Europea e come una regolamentazione più semplice possa promuovere la competitività e gli investimenti privati, mantenendo la stabilità finanziaria. Il think tank britannico New Financial ha presentato un’analisi sui mercati finanziari europei, evidenziando la loro frammentazione e la necessità di semplificazione. L’Ecofin di sabato ha previsto una sessione dedicata alle riforme strutturali nazionali, mirate a migliorare la produttività e la competitività, basandosi su nuove analisi del Fondo Monetario Internazionale.

Il programma ufficiale ha incluso anche una discussione sulle conseguenze economiche della situazione geopolitica per l’Europa, analizzando come gli sviluppi geopolitici influenzino l’Unione e come possano modellare le dinamiche geopolitiche future.

Il contributo di Bruegel

Il think tank Bruegel ha presentato diversi scenari di rischio e le loro possibili conseguenze economiche durante l’incontro. I ministri di Ucraina, Regno Unito, Norvegia e Canada sono stati invitati a partecipare a questa parte della discussione.

Il documento di Bruegel, intitolato “Geopolitical shifts and their economic impacts on Europe”, è stato redatto da André Sapir, Jacob Funk Kirkegaard e Jeromin Zettelmeyer. In circa trenta pagine, il report riassume la storia economica del secondo dopoguerra fino alla crisi della globalizzazione, evidenziando il ritorno della competizione tra le grandi potenze.

Tra i vari scenari delineati, il primo prevede un ulteriore smantellamento della cooperazione internazionale, accompagnato da politiche protezioniste negli Stati Uniti. Il secondo scenario contempla un mondo diviso in tre blocchi: uno attorno agli Stati Uniti, uno alla Cina e un terzo formato dai Paesi non allineati. Infine, il terzo scenario suggerisce un nuovo ordine multilaterale.

Il rapporto menziona anche alcuni rischi, come una potenziale crisi del mercato obbligazionario statunitense dovuta a una perdita di fiducia nella sostenibilità delle finanze pubbliche e l’estensione del conflitto tra Ucraina e Russia. Tra le priorità emerge la necessità di rafforzare la capacità di difesa europea, sottolineando l’importanza di affrontare questioni come l’autonomia tecnologica, l’intelligenza artificiale e la riforma del quadro normativo dell’Unione Europea in materia di bilanci pubblici.

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