Disney pronta a riaccogliere Jimmy Kimmel: “A condizione di moderare i toni”

Franco Fogli

Settembre 19, 2025

Il 19 settembre 2025, il clima di tensione all’interno della ABC ha raggiunto un punto di rottura con la sospensione del programma “Jimmy Kimmel Live!“. La decisione non è stata presa alla leggera, ma è il risultato di una serie di eventi che hanno messo in discussione la libertà di espressione in televisione. Fonti della CNN hanno rivelato che i dirigenti di Disney sono disposti a far tornare il conduttore, ma solo se Kimmel accetterà di moderare il suo stile provocatorio, in particolare dopo le polemiche legate alle sue dichiarazioni sui sostenitori di Donald Trump e sull’assassinio dell’attivista conservatore Charlie Kirk.

La situazione è diventata critica mercoledì scorso, quando Nexstar, un’importante rete di trasmissione, ha comunicato che non avrebbe più trasmesso il programma in diversi mercati locali. Questa mossa ha fatto aumentare le preoccupazioni riguardo a possibili sanzioni da parte della Commissione federale per le comunicazioni (FCC). Il presidente della FCC, Brendan Carr, ha avvertito che potrebbe revocare le licenze di alcune affiliate ABC, creando un clima di incertezza. In risposta a queste minacce e alla crescente ondata di intimidazioni, il CEO di Disney, Bob Iger, e la co-presidente di Disney Entertainment, Dana Walden, hanno deciso di sospendere il programma per tutelare l’azienda e il personale.

Kimmel, che ha sempre goduto di una certa libertà creativa nel suo show, ora si trova a dover riflettere sul suo futuro professionale. Secondo quanto riportato, il suo contratto scade nel 2026 e la sua priorità attuale è capire come e quando tornare in onda. In seguito alla sospensione, ha dichiarato di voler “ritirarsi in silenzio”, ma all’interno della ABC ci sono segnali di apertura per un possibile ritorno, a condizione che il comico ridimensioni i suoi toni.

La solidarietà dei colleghi della late-night tv

La reazione alla sospensione di Kimmel ha suscitato un’onda di solidarietà tra i comici americani. I colleghi della late-night TV si sono uniti per esprimere il loro sostegno, denunciando la decisione di ABC come una minaccia alla libertà di espressione. Da CBS a NBC, i volti noti della televisione hanno utilizzato i loro programmi per manifestare vicinanza al conduttore, sottolineando l’importanza di una satira libera e senza censure.

Stephen Colbert, anch’esso recentemente al centro delle critiche di Trump, ha aperto il suo show con una dichiarazione chiara: “Siamo tutti Jimmy Kimmel“. Ha definito la scelta di ABC come una “censura palese”, evidenziando il pericolo di una campagna contro i critici dei media. Seth Meyers ha descritto Kimmel come un amico e ha denunciato quello che ha definito un attacco alla libertà di parola. Jon Stewart ha scelto di affrontare la situazione con la satira, trasformando il suo “Daily Show” in una parodia di un programma governativo, elogiando ironicamente un “Trump perfettamente abbronzato”.

Anche David Letterman, che si è allontanato dalla scena televisiva, ha espresso preoccupazione per la situazione, affermando che non si può licenziare qualcuno per paura o per compiacere un’amministrazione autoritaria. Tuttavia, non tutti hanno difeso Kimmel. Greg Gutfeld di Fox News ha avvertito che ci sono limiti alla libertà di espressione in televisione e ha messo in discussione l’idea di considerare il comico un martire della libertà di parola.

In un clima di crescente polarizzazione, la vicenda di Jimmy Kimmel continua a sollevare interrogativi sulla libertà di espressione e sul ruolo dei media nel dibattito politico americano. La risposta della comunità dei comici e l’evoluzione della situazione all’interno di ABC saranno seguite con attenzione nei prossimi giorni.

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