Aiom: il 63% dei medici sostiene l’eutanasia per i pazienti oncologici

Lorenzo Di Bari

Settembre 19, 2025

A Lecce, il 2 dicembre 2025, si svolgono le “Giornate dell’etica”, un convegno dedicato al tema del fine vita e alla cura oltre la malattia. Durante l’evento, sono stati presentati i risultati di un sondaggio condotto su 562 clinici dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dalla Fondazione Aiom. Le indagini rivelano che il 63% dei professionisti intervistati si dichiara favorevole all’eutanasia per i pazienti oncologici, con il 50% che supporta questa scelta solo in specifiche circostanze e il 13% sempre. Inoltre, il 60% degli intervistati pratica trattamenti anticancro nell’ultimo mese di vita, ma il 32% ammette di non sentirsi adeguatamente preparato ad assistere i malati oncologici in questa fase critica. La necessità di una legge nazionale sul fine vita è condivisa dal 90% dei clinici.

Rilevanza del sondaggio

La rilevanza del sondaggio è stata sottolineata dal presidente dell’Aiom, Francesco Perrone, che ha evidenziato l’importanza di chiarire le zone grigie esistenti nel dibattito legislativo attuale. Perrone ha espresso preoccupazioni riguardo all’attuale disegno di legge, che presenta diverse criticità, come l’esclusione del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) dalla fase attuativa della procedura. Questo potrebbe portare a disparità inaccettabili e a una selezione dei pazienti basata sul reddito. Perrone ha sottolineato che solo il Ssn è in grado di garantire competenze e percorsi integrati, comprese le cure palliative.

Richieste di aiuto medico

Il presidente della Fondazione Aiom, Saverio Cinieri, ha fatto notare che, nonostante l’elevato numero di nuovi casi di tumore registrati in Italia nel 2024, le richieste di aiuto medico nel morire da parte dei pazienti oncologici rimangono basse. Il sondaggio ha rivelato che il 63% dei clinici sostiene l’eutanasia, con il 50% favorevole solo in presenza di condizioni specifiche, come la sofferenza inaccettabile e la scelta consapevole. Cinieri ha anche messo in evidenza le difficoltà legate ai recenti emendamenti al disegno di legge, che prevedono un doppio vaglio per la verifica dei requisiti, potenzialmente allungando i tempi di attesa per l’assistenza.

Pianificazione condivisa delle cure

La pianificazione condivisa delle cure, prevista dalla legge sulle disposizioni anticipate di trattamento, risulta attuabile per il 92% dei clinici, ma solo il 9% la applica sempre nella pratica quotidiana. Il 72% degli intervistati ritiene di dover rispettare le volontà del malato in presenza di disposizioni anticipate di trattamento. Inoltre, l’85% informa i pazienti oncologici in fase avanzata sulla prognosi della malattia.

Accesso alle cure palliative

Vittorina Zagonel, ex direttore dell’Oncologia 1 dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova, ha sottolineato la necessità di garantire l’accesso alle cure palliative per tutti i malati oncologici, inclusa la sedazione palliativa. Zagonel ha affermato che, sebbene non possano essere imposte come obbligatorie, le cure palliative sono un diritto dei cittadini e dovrebbero essere considerate un prerequisito per qualsiasi percorso alternativo scelto dal paziente.

Strutture di cure palliative

Secondo il sondaggio, l’82% delle strutture ha un’Unità o Servizio di cure palliative, e il 77% offre cure simultanee. Massimo Di Maio, presidente eletto dell’Aiom, ha sottolineato l’importanza di sviluppare i gruppi di cure simultanee, ancora assenti in circa il 20% dei centri. L’integrazione precoce delle cure palliative ha un impatto positivo sulla qualità e quantità di vita dei pazienti oncologici.

Cure palliative precoci

Nel 2010, un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine ha cambiato il modo di concepire le cure palliative, dimostrando che le cure palliative precoci possono migliorare sia la qualità della vita sia la sopravvivenza. Tuttavia, la mancanza di palliativisti ha reso difficile l’attuazione di questo modello nella pratica clinica. L’Aiom ha quindi sottolineato l’importanza di formare oncologi per garantire l’erogazione di cure palliative primarie.

Applicazione della medicina di precisione

Infine, Di Maio ha affermato che la medicina di precisione deve essere applicata anche nella palliazione, sottolineando l’importanza di iniziare i trattamenti fin dalla diagnosi di malattia avanzata per migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti.

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