Alberto Nagel, l’ex amministratore delegato di Mediobanca, ha recentemente annunciato la sua uscita dall’istituto bancario, utilizzando citazioni storiche per esprimere il suo disappunto riguardo ai cambiamenti in atto all’interno dell’azienda. Il 18 settembre 2025, Nagel ha pubblicato una lettera di addio che ha suscitato un’ampia discussione, richiamando alla mente le celebri parole di Enrico Cuccia, fondatore della banca.
Le parole di Nagel e il richiamo a Orazio
Nella sua lettera, Nagel ha sottolineato i valori fondamentali di Mediobanca, descrivendo una cultura aziendale basata su competenza, passione, trasparenza e understatement, ereditata da figure storiche come Cuccia e Vincenzo Maranghi. Rivolgendosi direttamente ai dipendenti, ha espresso fiducia nella loro capacità di affrontare le nuove sfide che si prospettano, invitandoli a mantenere viva quella cultura che li distingue.
Tuttavia, il passaggio più controverso della sua missiva è stato quello in cui ha citato Orazio: “Graecia capta ferum victorem cepit”, che significa “La Grecia, conquistata dai Romani, conquistò il selvaggio vincitore”. Questa citazione è stata interpretata come una critica alla nuova direzione intrapresa da Mediobanca sotto l’influenza di MPS, suggerendo che l’istituto potrebbe essere stato “conquistato” da forze esterne, rappresentate simbolicamente dai Romani.
Il contesto storico e le analogie
Nagel ha tracciato un parallelo tra la situazione attuale di Mediobanca e la storica battaglia tra Matteo Arpe, ex amministratore delegato di Capitalia, e Cesare Geronzi, all’epoca presidente della banca. Nel 2007, Arpe aveva evocato le tensioni tra le signorie italiane e l’intervento francese, sottolineando come le dynamiche di potere nel settore bancario possano ripetersi nel tempo. La sua affermazione che il detto “Franza o Spagna purché se magna” fosse attuale, ha messo in evidenza le preoccupazioni di un’industria finanziaria in tumulto, dove gli interessi esterni possono influenzare le scelte strategiche.
Nagel, richiamando alla memoria queste storie, sembra voler avvertire i suoi colleghi e il pubblico riguardo ai rischi di una perdita di autonomia e identità per Mediobanca. Le sue parole hanno creato un dibattito acceso, evidenziando le tensioni tra le istituzioni bancarie e le forze politiche e finanziarie che operano nel settore.
Le reazioni e le prospettive future
La lettera di Nagel ha destato reazioni contrastanti nel panorama finanziario italiano. Da un lato, molti hanno accolto con favore il richiamo ai valori tradizionali della banca, mentre dall’altro, ci sono stati coloro che hanno criticato la sua visione nostalgica e il timore di un’inevitabile trasformazione. La questione centrale rimane se Mediobanca riuscirà a preservare la propria identità e a navigare con successo le sfide future.
Il futuro di Mediobanca appare incerto, con la necessità di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione, caratterizzato da fusioni e acquisizioni. Gli osservatori del settore si chiedono se la cultura e i principi che hanno contraddistinto l’istituto riusciranno a resistere alle pressioni esterne e alle nuove dynamiche di mercato.
Alberto Nagel, con la sua lettera, ha acceso un dibattito cruciale sul futuro della banca, invitando a riflettere su come le scelte attuali possano influenzare il suo percorso. La sua uscita segna la fine di un’era, ma anche l’inizio di nuove sfide che richiederanno attenzione e strategia.