Il portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha annunciato che il visto per entrare in Israele è stato revocato, impedendo così la sua visita programmata in Cisgiordania. La delegazione si sarebbe dovuta recare nella regione durante il mese di ottobre 2025, seguendo una missione simile avvenuta nella scorsa primavera.
La revoca del visto
La notizia della revoca del visto è stata comunicata da Bonelli tramite i social media, dove ha espresso il suo disappunto per la decisione del governo israeliano. “Israele mi ha revocato il visto per entrare in Israele, non potrò andare in Cisgiordania nei territori palestinesi!” ha scritto Bonelli, evidenziando la situazione politica attuale. La revoca del visto è avvenuta in un contesto di crescente tensione e critica nei confronti delle politiche israeliane nei confronti della popolazione palestinese. La decisione è stata interpretata come un tentativo di silenziare le voci critiche riguardo alla situazione nei territori occupati.
Contesto della visita
La missione di Alleanza Verdi e Sinistra in Cisgiordania era stata programmata per monitorare la situazione sul campo e portare attenzione internazionale sulle problematiche che affliggono i palestinesi. Negli ultimi anni, la situazione in Cisgiordania è diventata sempre più complessa, con il governo israeliano che ha intensificato le sue politiche di insediamento e controllo territoriale. La delegazione avrebbe dovuto incontrare rappresentanti locali e organizzazioni non governative per discutere delle violazioni dei diritti umani e della necessità di una soluzione pacifica al conflitto.
Reazioni alla decisione israeliana
La reazione di Bonelli non si è fatta attendere, e il portavoce ha denunciato la situazione attuale in Israele, definendola una minaccia alla democrazia. “La democrazia di Netanyahu è questa: fermare chi critica la pulizia etnica in corso o uccidere i giornalisti per impedire che sia documentato l’orrore a Gaza!” ha affermato. Le parole di Bonelli riflettono una crescente preoccupazione tra i politici e gli attivisti per i diritti umani riguardo alla libertà di espressione e alla sicurezza dei giornalisti nella regione. La revoca del visto non è solo un ostacolo per la delegazione, ma rappresenta anche un simbolo delle tensioni persistenti tra Israele e coloro che cercano di portare alla luce le problematiche legate al conflitto israelo-palestinese.
Le conseguenze di questa decisione potrebbero influenzare ulteriormente la percezione internazionale di Israele e il suo approccio nei confronti delle critiche, specialmente in un momento in cui l’attenzione globale è rivolta verso la situazione nei territori occupati.