Giustizia: la Camera approva la riforma con 243 voti favorevoli e 109 contrari, tensione in Aula e seduta interrotta

Marianna Ritini

Settembre 18, 2025

Il 18 settembre 2025, la Camera dei Deputati ha approvato una significativa riforma della giustizia, che ora attende l’esame del Senato. Il provvedimento ha ricevuto il sostegno di 243 voti favorevoli contro 109 contrari, suscitando un lungo applauso tra i membri della maggioranza e del governo. Questa riforma introduce, tra le altre misure, la separazione delle carriere per i magistrati e nuove regole per la selezione dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura.

Il dibattito in aula e le tensioni

La seduta di Montecitorio ha visto un clima di tensione immediatamente dopo il voto. La capogruppo del Partito Democratico, Chiara Braga, ha espresso forti critiche nei confronti dei membri del governo che hanno partecipato agli applausi della maggioranza per l’approvazione del provvedimento. Questa situazione ha portato a un acceso confronto tra maggioranza e opposizione, con alcuni deputati che hanno abbandonato i loro posti per scendere al centro dell’emiciclo. Il presidente di turno, Sergio Costa, ha quindi deciso di sospendere la seduta dopo diversi richiami all’ordine.

Le preoccupazioni dell’Associazione Nazionale Magistrati

Marcello De Chiara, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla riforma, definendola come un tentativo di ridimensionare il potere giudiziario. Secondo De Chiara, la riforma potrebbe dar vita a un “quarto potere”, ovvero quello di perseguire i reati, con un conseguente rafforzamento eccessivo del pubblico ministero. Ha avvertito che questa evoluzione potrebbe portare a un controllo del potere esecutivo sul pubblico ministero, influenzando le scelte su quali reati perseguire in base alle direttive della maggioranza di turno. La sua analisi mette in luce i rischi associati a questa riforma, evidenziando come possa incidere sull’equilibrio dei poteri costituzionali in Italia.

La riforma della giustizia, quindi, non solo ha suscitato un acceso dibattito in aula, ma ha anche sollevato interrogativi sul futuro del sistema giudiziario italiano e sulla sua indipendenza. La discussione proseguirà al Senato, dove il provvedimento sarà ulteriormente esaminato e potrà subire modifiche significative prima di diventare legge.

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