Ue, Draghi lancia l’allerta: “La sovranità degli Stati è in pericolo”

Marianna Ritini

Settembre 17, 2025

Durante un incontro al Palazzo Charlemagne di Bruxelles, il 14 ottobre 2025, l’ex presidente della BCE e del Consiglio, Mario Draghi, ha lanciato un appello accorato agli Stati membri dell’Unione Europea. Riunito da Ursula von der Leyen per celebrare il primo anniversario del suo rapporto sulla competitività dell’UE, Draghi ha sottolineato la mancanza di una reazione collettiva adeguata alla gravità delle sfide attuali. Il suo discorso ha evidenziato l’inerzia delle istituzioni europee, che si trovano in difficoltà di fronte a Paesi che continuano a perseguire interessi nazionali piuttosto che unire le forze per affrontare le crescenti difficoltà economiche rispetto a Stati Uniti e Cina.

L’ue e i dazi

Il divario economico tra l’Europa e le potenze globali si sta ampliando. Draghi ha evidenziato come le fondamenta della crescita europea, basate su un commercio mondiale in espansione e su esportazioni di alta qualità, siano sempre più fragili. Gli Stati Uniti, con l’introduzione di dazi record, hanno reso la situazione ancora più critica. La Cina, d’altra parte, sta rafforzando la propria posizione, aumentando il surplus commerciale nei confronti dell’UE del 20% dal dicembre 2024.

Draghi ha ringraziato von der Leyen per la sua iniziativa di convocare la conferenza, sottolineando il valore del servizio reso all’Europa. Ha poi richiamato l’attenzione sul costo dell’inerzia, affermando che la capacità dell’Europa di rispondere alle sfide è limitata dalle sue dipendenze. La dipendenza dalle materie prime cinesi ha ostacolato la capacità dell’Europa di contrastare la sovraccapacità cinese e il supporto a Mosca.

Pur riconoscendo che l’UE ha iniziato a rispondere alle sfide, Draghi ha avvertito che è necessario fare molto di più. La sostituzione degli Stati Uniti come principale partner commerciale è irrealistica nel breve termine, ma l’accordo con il Mercosur potrebbe fornire un certo sollievo agli esportatori europei. Ha sottolineato l’importanza di investimenti aggiuntivi, citando stime che prevedono un incremento degli investimenti necessari da 800 miliardi a quasi 1.200 miliardi di euro annui per il periodo 2025-2031.

Le tre priorità del rapporto Draghi

Il rapporto di Draghi individua tre priorità fondamentali: ridurre il divario nell’innovazione tecnologica, promuovere una decarbonizzazione sostenibile e rafforzare la sicurezza economica. Queste priorità sono al centro dell’agenda della Commissione Europea, ma i cittadini esprimono crescente frustrazione per la lentezza delle azioni. Draghi ha evidenziato che il processo decisionale europeo è spesso rallentato da scuse, mentre i concorrenti globali agiscono con maggiore rapidità e determinazione.

È fondamentale quindi che l’Europa acceleri il passo, concentrando le risorse in settori strategici e raggiungendo risultati tangibili in tempi brevi. La sfida è quella di agire in modo unito, evitando la frammentazione degli sforzi. Solo così l’Unione potrà affrontare le sfide in modo efficace e mantenere la propria competitività nel contesto globale.

L’intelligenza artificiale

Draghi ha affrontato la questione dell’intelligenza artificiale, sottolineando che l’Europa ha il potenziale per competere ma deve accelerare l’adozione di tecnologie avanzate. Nonostante i progressi, l’UE ha prodotto solo tre grandi modelli fondativi nel 2024, rispetto ai 40 degli Stati Uniti e ai 15 della Cina. La bassa adozione delle PMI europee in questo settore rappresenta una preoccupazione significativa.

Per Draghi, è essenziale che l’Europa sviluppi un regime normativo che favorisca la crescita delle start-up e garantisca che le risorse siano concentrate su progetti di ricerca innovativi. L’aumento della dotazione per il programma Horizon Europe è un passo positivo, ma non sufficiente senza una strategia chiara e risorse adeguate.

La legislazione

Draghi ha criticato il GDPR, evidenziando come le normative attuali aumentino i costi per le imprese europee. Ha suggerito una revisione radicale delle leggi per favorire l’innovazione e ha espresso preoccupazione riguardo all’IA Act, sottolineando che le normative devono essere proporzionate e sostenere lo sviluppo. È fondamentale che l’Europa lavori sulle applicazioni settoriali dell’IA, dove ha competenze significative.

L’energia

La questione energetica è un altro nodo cruciale. Draghi ha evidenziato che i prezzi del gas in Europa sono significativamente più alti rispetto agli Stati Uniti, rendendo difficile la transizione verso un’economia ad alta tecnologia. Anche se la Commissione ha introdotto misure per alleviare il problema, le cause strutturali dei costi elevati dell’energia rimangono irrisolte.

Per Draghi, la decarbonizzazione è fondamentale per raggiungere l’indipendenza energetica, ma richiede investimenti rapidi e significativi. Ha avvertito che la lentezza nell’approvazione dei progetti infrastrutturali ostacola il progresso e ha sottolineato la necessità di misure immediate per abbattere i costi energetici.

Nazionalismo economico

Draghi ha messo in guardia contro il risorgere del nazionalismo economico, evidenziando la necessità di un approccio coordinato da parte degli Stati membri. Ha proposto tre leve per affrontare la situazione: un nuovo approccio al coordinamento degli aiuti di Stato, l’uso strategico degli appalti pubblici e una revisione delle politiche di concorrenza nel settore della difesa.

Queste misure sono essenziali per garantire che l’Europa possa competere a livello globale e sviluppare una base industriale forte e coesa. La revisione delle linee guida sulle fusioni è urgente, poiché l’industria non può aspettare ulteriormente.

L’ue deve andare più veloce

Infine, Draghi ha concluso che l’Unione Europea deve accelerare i propri processi decisionali e adottare misure straordinarie per affrontare le sfide attuali. L’uso di cooperazioni rafforzate tra i Paesi disposti a collaborare potrebbe portare alla necessità di emettere debito comune per finanziare progetti strategici.

Questi progetti, aumentando la produttività, possono ripristinare gradualmente lo spazio di bilancio necessario per investimenti più ampi. L’Europa, ha avvertito Draghi, non può permettersi di rimanere indietro e deve superare i limiti autoimposti per affrontare le sfide globali. L’appello è chiaro: i leader europei devono agire con urgenza e determinazione per rispondere alle esigenze dei cittadini e garantire un futuro prospero all’Unione.

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