Il 17 settembre 2025, durante una conferenza stampa tenutasi a Roma, il Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali ha presentato un rapporto allarmante riguardante la situazione delle pensioni in Italia. L’analisi, intitolata “La svalutazione delle pensioni in Italia”, evidenzia come la Legge di Bilancio per il 2024, in risposta all’alta inflazione del biennio 2023-2024, abbia colpito in modo significativo i pensionati con trattamenti superiori ai 2.500 euro lordi. Questo provvedimento, secondo gli esperti, potrebbe portare a perdite considerevoli per i beneficiari di pensioni elevate.
Le stime rivelano che, nel corso dei prossimi dieci anni, i pensionati potrebbero subire una perdita di almeno 13.000 euro, cifra che potrebbe salire fino a 115.000 euro per coloro che ricevono assegni superiori ai 10.000 euro lordi mensili. Questo scenario è stato descritto come “iniquo” da Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, che ha sottolineato come la misura non solo penalizzi chi ha contribuito maggiormente al sistema previdenziale, ma sollevi anche interrogativi di incostituzionalità , in particolare per quanto riguarda le pensioni calcolate con il metodo contributivo.
Le conseguenze della rivalutazione insufficiente
Il rapporto di Itinerari Previdenziali e Cida si concentra sugli effetti delle recenti manovre finanziarie che hanno influenzato i meccanismi di rivalutazione delle pensioni negli ultimi trent’anni. Cuzzilla ha evidenziato che le pensioni medio-alte hanno perso oltre un quarto del loro potere d’acquisto, con un esempio emblematico: una pensione da 10.000 euro lordi al mese ha visto svanire quasi 180.000 euro, corrispondente a un intero anno di assegno.
Questa situazione non solo mette in difficoltà i pensionati, ma mina anche il legame di responsabilità tra le generazioni. Cuzzilla ha descritto le pensioni come “salario differito”, frutto di anni di lavoro e contributi versati, e ha sottolineato l’importanza di stabilire regole chiare e rispettare il merito per garantire un futuro sostenibile sia per i pensionati che per i giovani lavoratori.
Richieste di cambiamento
In risposta a questa crisi, Cida e Itinerari Previdenziali hanno lanciato un appello per una scelta politica chiara. La richiesta è quella di stabilire regole certe e un sistema che riconosca il merito, affinché i contributi versati dai lavoratori di oggi possano garantire un adeguato sostegno ai pensionati di domani. La mancanza di fiducia nelle istituzioni e nel sistema previdenziale potrebbe avere ripercussioni negative per le future generazioni, creando un clima di incertezza e insoddisfazione tra i contribuenti.
L’analisi presentata offre uno spaccato della realtà previdenziale italiana, evidenziando la necessità di interventi urgenti per correggere le disparità e garantire un trattamento equo per tutti i pensionati, in particolare per coloro che hanno dedicato una vita intera al lavoro e al pagamento delle tasse.