L’attivista svedese Greta Thunberg ha recentemente deciso di lasciare il comitato direttivo della Flotilla, trasferendosi dalla nave ‘Family’ alla nave ‘Alma’. La notizia è stata riportata dal giornalista Lorenzo D’Agostino, inviato del quotidiano Il Manifesto, che ha documentato il momento in cui Thunberg ha trascinato la sua valigia lungo la banchina, abbandonando la nave che ospitava il comitato organizzatore. Secondo quanto riportato, il suo nome è stato rimosso dalla lista dei membri del direttivo sul sito ufficiale della missione. Le fonti consultate hanno rivelato che le divergenze riguardano una comunicazione troppo focalizzata sulle questioni interne della flottiglia, trascurando la drammatica situazione in Palestina.
Le motivazioni di Greta per il suo abbandono
Thunberg ha espresso la sua convinzione riguardo all’importanza della missione, sottolineando il valore della mobilitazione globale per una Palestina libera. In una dichiarazione rilasciata al Manifesto, ha chiarito che, sebbene non farà parte del comitato direttivo, continuerà a partecipare come organizzatrice e attivista. Questa decisione riflette il suo impegno nei confronti della causa, nonostante le divergenze emerse all’interno del gruppo.
Yusuf Omar lascia la Flotilla per motivi di strategia comunicativa
In contemporanea, anche il giornalista e influencer Yusuf Omar ha annunciato la sua decisione di abbandonare la navigazione. Su Instagram, Omar ha spiegato che il suo allontanamento è motivato da ragioni di ‘strategia comunicativa’. La sua presenza, caratterizzata da uno stile sensazionalista e focalizzato su personaggi noti, ha suscitato malcontento tra i partecipanti. In particolare, la sua copertura allarmista di un attacco aereo ha portato a una crescente frustrazione tra i membri della missione. Gli altri membri del comitato direttivo, contattati da Il Manifesto, non hanno rilasciato commenti ufficiali sulla situazione, ma è evidente che sono state adottate misure per migliorare la comunicazione all’interno della flottiglia.
La Flotilla, composta da attivisti e giornalisti, sta affrontando sfide significative mentre cerca di portare l’attenzione sulla crisi umanitaria in Palestina. Con l’allontanamento di Thunberg e Omar, i membri rimasti dovranno rivedere le loro strategie per garantire che la missione continui a focalizzarsi sugli obiettivi originali, senza perdere di vista le reali problematiche che intendono affrontare.