L’analisi condotta dall’Imperial College di Londra e dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine ha rivelato dati allarmanti riguardo l’impatto delle temperature estreme in Europa durante l’estate del 2025. Nel periodo compreso tra giugno e agosto, si stima che circa 16.500 persone abbiano perso la vita a causa del caldo intenso, un fenomeno attribuibile ai cambiamenti climatici in atto. Questo studio, che ha esaminato 854 città europee, evidenzia come il cambiamento climatico sia responsabile di circa il 68% dei 24.400 decessi totali legati alle ondate di calore di quest’estate, con un incremento delle temperature che ha raggiunto punte di 3,6°C.
Il contesto dello studio
I ricercatori hanno sottolineato che i risultati presentano solo un’istantanea della situazione, poiché le città analizzate rappresentano circa il 30% della popolazione europea. Questo studio segue un precedente lavoro dello stesso team, che aveva stimato che il cambiamento climatico potesse triplicare il numero di vittime durante un’ondata di caldo avvenuta a luglio in Europa. La ricerca, che ha utilizzato modelli climatici e registri storici di mortalità , fornisce le prime stime sui decessi legati al caldo di quest’estate, un aspetto cruciale dato che molte delle morti non vengono ufficialmente registrate come dovute al caldo, ma piuttosto come conseguenza di patologie preesistenti.
Il caldo come minaccia silenziosa
Il rapporto evidenzia come il caldo estremo venga definito un “killer silenzioso“. Infatti, la maggior parte dei decessi legati al caldo non è riportata, poiché spesso le persone muoiono a causa di malattie cardiache, respiratorie o renali, le cui condizioni sono aggravate dalle elevate temperature. Tra i dati emersi, l’Italia ha registrato 4.597 decessi, seguita da Spagna (2.841), Germania (1.477), Francia (1.444), Regno Unito (1.147), Romania (1.064), Grecia (808), Bulgaria (552) e Croazia (268). Nelle capitali europee, Roma ha subito il maggior numero di decessi con 835, seguita da Atene (630) e Parigi (409).
Impatto sulle fasce vulnerabili
Il report indica che le persone di età pari o superiore a 65 anni hanno rappresentato l’85% dei decessi in eccesso, un dato che mette in evidenza la vulnerabilità della popolazione anziana di fronte alle estati sempre più calde. I ricercatori hanno affermato che è necessario adottare politiche efficaci per proteggere i cittadini dal caldo estremo. Secondo Clair Barnes, ricercatrice dell’Imperial College, anche una variazione di pochi gradi nelle temperature estive può risultare fatale per migliaia di persone, sottolineando l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico in modo tempestivo.
Decessi in contesti urbani
L’analisi ha messo in luce che l’Europa ha affrontato un’altra estate caratterizzata da temperature elevate. Tra i casi segnalati vi sono stati decessi di lavoratori, come quello di un operaio edile a San Lazzaro di Savena, in Italia, e di uno spazzino a Barcellona, in Spagna. I ricercatori hanno utilizzato dati meteorologici e modelli climatici per stimare l’impatto del cambiamento climatico sulle temperature giornaliere, scoprendo che queste sono aumentate mediamente di 2,2°C, con punte di 3,6°C. Gli studiosi hanno quindi incrociato i dati con le ricerche pubblicate per calcolare il numero di decessi attribuibili al caldo, evidenziando come le temperature elevate possano avere conseguenze tragiche per le persone più vulnerabili.
Raccomandazioni per il futuro
Il rapporto sottolinea che il caldo rappresenta una minaccia crescente per la popolazione europea, in particolare per gli anziani. Si prevede che la percentuale di persone di età superiore agli 80 anni in Europa aumenterà significativamente entro il 2100. L’Europa, che si riscalda più rapidamente rispetto ad altri continenti, continuerà a subire estati sempre più calde se non si procederà verso una rapida transizione verso fonti di energia rinnovabile. I ricercatori hanno raccomandato politiche mirate per rendere le città più resilienti al caldo estremo, evidenziando la necessità di espandere spazi verdi e blu nelle aree urbane per mitigare l’effetto isola di calore e proteggere le comunità più vulnerabili.