Arturo Varvelli, capo dell’ufficio di Roma dell’European Council on Foreign Relations, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo alla situazione attuale dell’Unione Europea, sottolineando la necessità di una trasformazione radicale della burocrazia europea. Le sue osservazioni sono emerse il 16 settembre 2025, in occasione del primo anniversario della presentazione del rapporto di Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, a Bruxelles. Varvelli ha evidenziato come l’Unione Europea si trovi in una posizione di vulnerabilità, in particolare a causa delle tensioni internazionali legate alla Russia e al conflitto in Ucraina.
La crisi della burocrazia europea
Varvelli ha spiegato che la burocrazia dell’Unione Europea, originariamente concepita per un’epoca di pace, non è più adeguata alle sfide attuali. “La burocrazia funzionaria europea, che vive e sopravvive a se stessa, è stata utile in un periodo di stabilità. Tuttavia, il contesto attuale richiede un approccio completamente diverso nella definizione delle politiche“, ha affermato l’esperto. La sua analisi si concentra sulla necessità di un cambiamento sia nella strategia che nei metodi dell’Unione Europea, in risposta a minacce esterne come quelle rappresentate dalla Russia.
Il ruolo degli Stati nazionali
Varvelli ha anche discusso del ruolo degli Stati membri nella definizione della politica estera e di sicurezza dell’Unione, evidenziando che le decisioni sono prevalentemente influenzate dalle dynamiche nazionali. “È difficile aspettarsi un cambiamento significativo, specialmente considerando che la politica estera, di difesa e sicurezza dell’Unione è decisa dai singoli Stati nazionali, ognuno con le proprie peculiarità“, ha dichiarato. Ha citato la situation della Francia e la mancanza di una leadership forte da parte della Germania, sottolineando come l’Italia, pur essendo relativamente stabile, non stia affrontando le riforme necessarie per guidare l’Unione in un contesto di crescente tensione con la Russia.
Le minacce russe e la reazione europea
Varvelli ha messo in evidenza la crescente minaccia rappresentata dall’invasione di droni russi nei cieli europei, in particolare in Polonia e Romania. “Questi eventi devono essere interpretati come test da parte di Vladimir Putin sulla nostra reazione, sia a livello militare che politico“, ha affermato. Ha sottolineato che la risposta europea a tali provocazioni è stata finora insufficiente, con una reazione debole che non ha saputo affrontare la gravità della situazione. Varvelli ha avvertito che senza una presa di coscienza collettiva, l’Unione potrebbe trovarsi in una posizione ancora più precaria.
La necessità di un cambiamento radicale
L’esperto ha concluso che l’ennesimo avvertimento di Draghi potrebbe non portare a risultati concreti senza un evento scatenante significativo. La sua analisi suggerisce che l’Unione Europea deve affrontare un cambiamento profondo per rispondere adeguatamente alle sfide attuali e future. Varvelli ha espresso preoccupazione per la possibilità di un’escalation della situazione, avvertendo che una reazione da parte di Paesi come la Polonia potrebbe innescare una crisi più ampia.