Ucraina, la Russia punta sui droni: produzione annuale di 30mila unità

Franco Fogli

Settembre 16, 2025

Il 16 settembre 2025, il Cremlino ha avviato una significativa espansione della produzione di droni tattici, coinvolgendo vari attori, tra cui governi regionali, industrie e persino studenti delle scuole superiori. Questa iniziativa mira a rafforzare le capacità dell’esercito russo, particolarmente sul campo di battaglia in Ucraina, dove i droni sono diventati una componente chiave delle strategie militari.

Un incremento notevole nella produzione di droni

Negli ultimi tre anni, la Russia ha intensificato l’uso di droni, iniziando con l’acquisto di modelli dall’Iran. L’operazione più eclatante è avvenuta con un attacco che ha visto il lancio simultaneo di 43 droni. Recentemente, il 10 settembre 2025, Mosca ha inviato oltre 800 droni esplosivi in una sola notte, un segno tangibile del massiccio aumento della produzione di droni d’attacco unidirezionali, considerata una priorità dal presidente Vladimir Putin. Questo sforzo ha portato a un aumento della produzione di droni tattici più piccoli, utilizzati dall’esercito russo in prima linea, con il coinvolgimento di diverse entità, tra cui fabbriche e istituti scolastici.

Le sfide per l’Ucraina

L’aumento delle forniture di droni da parte della Russia ha rappresentato una sfida senza precedenti per le forze ucraine, che inizialmente godevano di un vantaggio tecnologico nel campo dei droni. Attualmente, la Russia produce circa 30.000 droni all’anno, utilizzandoli per saturare le difese aeree ucraine e per lanciare attacchi massicci contro obiettivi strategici, come impianti di produzione di armi e infrastrutture energetiche. Nonostante i progressi dell’Ucraina nel condurre attacchi con droni in profondità nel territorio russo, come dimostrato dall’attacco a una raffineria di petrolio vicino a San Pietroburgo, la superiorità numerica e tecnologica dei droni russi ha costretto l’esercito ucraino a rivedere le proprie tattiche difensive.

Il rischio per la NATO e le conseguenze umanitarie

La minaccia dei droni russi si è estesa anche al territorio della NATO, con almeno 19 droni che hanno violato lo spazio aereo polacco tra il 12 e il 13 settembre 2025. Inoltre, il 16 settembre, il ministero della Difesa rumeno ha confermato che due dei suoi caccia avevano intercettato un drone nello spazio aereo del Paese. Questi eventi hanno evidenziato le difficoltà che l’alleanza occidentale potrebbe affrontare nel difendersi da attacchi simili in futuro, specialmente considerando che Mosca potrebbe lanciare attacchi con migliaia di droni.

Le conseguenze dell’uso dei droni

La Russia sostiene che i suoi droni d’attacco mirano a obiettivi militari, ma in realtà hanno colpito anche strutture civili come ospedali e scuole, causando la morte di numerosi cittadini ucraini. I droni, utilizzati per attacchi notturni, hanno diffuso il terrore tra la popolazione civile, rendendo difficile il riposo e aumentando la pressione psicologica sugli ucraini. Questo approccio mira a demoralizzare la popolazione e a minare la loro determinazione a resistere.

Un’industria in rapida espansione

Nel 2025, la Russia ha già inviato oltre 34.000 droni d’attacco in Ucraina, un numero che rappresenta un incremento significativo rispetto all’anno precedente. Secondo le stime, l’Ucraina è riuscita ad abbattere l’88% dei droni lanciati, ma questo è un calo rispetto al 93% del 2024. La Russia ha mobilitato risorse pubbliche e private per potenziare la produzione di droni, coinvolgendo anche studenti e lavoratori stranieri. Durante un recente forum economico a Vladivostok, molte regioni russe hanno presentato i loro progetti di droni, e si stima che la Russia possa raddoppiare la produzione annuale di droni d’attacco entro il 2026, grazie anche alla cooperazione con Iran e Cina.

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