Bullismo: il progetto Youth4Love di ActionAid arriva a L’Aquila per contrastarlo

Franco Fogli

Settembre 15, 2025

Nel contesto del ritorno a scuola del 2025, il tema del bullismo e del cyberbullismo ha assunto un’importanza cruciale, come evidenziato da una recente indagine condotta da ActionAid. L’organizzazione ha presentato i risultati di uno studio realizzato in collaborazione con Webboh, che ha coinvolto oltre 14.000 studenti e studentesse tra i 13 e i 18 anni. Questo progetto, noto come Youth4Love, è sostenuto dai fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e si propone di contrastare le disuguaglianze sociali.

Le problematiche emerse dalla ricerca

Le difficoltà che i giovani affrontano nel loro percorso scolastico sono molteplici e complesse. Tra le questioni più rilevanti, il bullismo e il cyberbullismo si attestano come forme di violenza sempre più frequenti. Valentina Ciaccio, rappresentante di ActionAid Italia, sottolinea come l’indagine abbia messo in luce una mancanza di accettazione e conoscenza reciproca tra i ragazzi, evidenziando l’importanza di affrontare i temi legati agli stereotipi e all’intersezionalità. “È fondamentale andare oltre l’idea di una persona definita da un solo elemento e considerare la totalità del suo essere”, ha affermato Ciaccio.

In particolare, l’istituto comprensivo aquilano coinvolto nel progetto ha rivelato che, mentre nelle scuole superiori il bullismo è spesso legato all’abbigliamento, al comportamento o all’orientamento sessuale, tra gli studenti delle scuole medie è più probabile che il bullismo derivi da origini diverse rispetto al contesto scolastico. Ciaccio ha osservato che queste origini non familiari risultano spesso non accettate dai coetanei.

Il ruolo dei social media e la percezione del corpo

Un altro aspetto significativo emerso dalla ricerca riguarda l’uso limitato dei social media da parte di molti studenti delle scuole medie. Questo ha portato a una minore esposizione alle pressioni sociali e agli stereotipi di bellezza che caratterizzano il mondo virtuale. Ciaccio ha spiegato che, sebbene gli stereotipi siano presenti, non sono stati amplificati dall’immaginario collettivo. Tuttavia, la ricerca ha rivelato che circa una persona su due tende a valutare criticamente il proprio corpo, concentrandosi sui difetti, un fattore influenzato da modelli estetici irrealistici diffusi dai media.

La presenza di fenomeni di cyberbullismo è un’altra preoccupazione. Ciaccio ha messo in evidenza come questo tipo di violenza possa avvenire in qualsiasi momento e coinvolgere anche individui sconosciuti. La dinamica di gruppo spesso porta a situazioni in cui un bullo viene seguito da altri, creando un effetto di trascinamento. Nonostante i progressi compiuti nel corso degli anni da ActionAid sul tema delle discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere, persistono stereotipi radicati tra i giovani, in particolare nella fascia d’età dai 14 ai 19 anni.

Interventi necessari per una società più inclusiva

Affrontare il bullismo richiede un intervento a più livelli, come sottolineato da Ciaccio. È essenziale lavorare non solo sul bullo, ma anche sull’intera comunità educante e sui giovani stessi. Riconoscere i comportamenti problematici è fondamentale per evitare atteggiamenti di indifferenza. ActionAid ha evidenziato l’urgenza di implementare programmi di educazione alla sessualità e all’affettività all’interno delle scuole, rispondendo così a una richiesta esplicita da parte degli studenti.

Corinne Reier, sempre di ActionAid Italia, ha ribadito quanto sia importante sviluppare percorsi educativi che coinvolgano esperti esterni. Questi programmi dovrebbero mirare a decostruire gli stereotipi di genere e promuovere relazioni sane tra i giovani, prevenendo forme di violenza tra pari e di genere. La volontà degli studenti di ricevere un’educazione adeguata è chiara, e la collaborazione con la comunità educante risulta fondamentale per affrontare queste sfide in modo efficace.

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