Il 13 settembre 2025, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo alla posizione dell’Italia nei confronti di Israele e della situazione in Gaza. Intervistato da La Stampa, Tajani ha affermato che l’Italia è aperta a discutere l’adozione di possibili sanzioni da parte dell’Unione Europea nei confronti di Israele, con l’obiettivo di contribuire a fermare il conflitto in corso. Ha sottolineato che, a partire dal 7 ottobre 2023, l’Italia non ha più fornito armi a Israele, chiarendo che vi è stata confusione tra armi e componenti meccaniche o chimiche. Tajani ha difeso l’impegno umanitario del governo italiano, evidenziando come l’Italia, insieme a paesi come Qatar, Egitto, Arabia Saudita e Turchia, abbia accolto un numero significativo di feriti da Gaza e facilitato l’ingresso di aiuti umanitari.
Attacco dei ribelli Houthi contro Israele
Nella stessa giornata, i ribelli Houthi dello Yemen hanno rivendicato un attacco missilistico avvenuto nella notte contro Israele, sostenendo di aver preso di mira “diversi obiettivi sensibili” a Tel Aviv. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, il missile lanciato è stato intercettato dall’esercito israeliano, evitando così danni e vittime. L’attacco ha avuto luogo intorno alle 3:45 del mattino ora locale, attivando le sirene di allerta in diverse città e comunità del centro di Israele.
Il retroscena dell’attacco a Qatar
Un altro tema rilevante emerso è quello riguardante un attacco israeliano a funzionari di Hamas in Qatar, avvenuto martedì scorso. Fonti del Washington Post hanno rivelato che il Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana, si sarebbe opposto a questa operazione, temendo per le relazioni diplomatiche che Israele ha costruito con il Qatar. Il direttore del Mossad, David Barnea, avrebbe messo in discussione la decisione di colpire i membri di Hamas a Doha, suggerendo che i legami con il Qatar, che sta mediando per la liberazione di ostaggi, dovessero essere preservati.
Il Wall Street Journal ha fornito ulteriori dettagli sull’operazione, rivelando che gli attacchi aerei sono stati condotti da aerei da combattimento israeliani, tra cui otto F-15 e quattro F-35, senza entrare nello spazio aereo di paesi arabi limitrofi. Queste rivelazioni pongono interrogativi sulle strategie operative e diplomatiche di Israele in un contesto di crescente tensione regionale.