Il 13 settembre 2025, il vice ministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ha partecipato alla rassegna “Liguria d’Autore“, organizzata da Vis Factor a Rapallo. Durante l’evento, Rixi è stato intervistato dal direttore dell’agenzia Adnkronos, Davide Desario, affrontando temi cruciali riguardanti gli investimenti in infrastrutture nel nostro Paese.
Investimenti e visione a lungo termine
Edoardo Rixi ha sottolineato l’importanza di una visione che trascenda le singole amministrazioni governative per quanto riguarda gli investimenti nelle grandi infrastrutture. Secondo il vice ministro, è fondamentale che le scelte fatte non siano influenzate da logiche di consenso immediato, ma piuttosto orientate verso obiettivi strutturali a lungo termine. Rixi ha dichiarato: “Oggi stiamo investendo, progettando e chiudendo opere per completare i corridoi europei entro il 2032 nel nostro Paese”. Questo approccio mira a garantire che le infrastrutture siano in grado di soddisfare le esigenze future, piuttosto che limitarsi a risolvere problemi temporanei.
Il vice ministro ha anche evidenziato che la politica attuale sembra concentrarsi su piattaforme social come Facebook, mentre la realtà dei cantieri richiede un approccio pratico e concreto. “I cantieri si fanno ancora con gli scavatori e con gli operai“, ha affermato, rimarcando l’importanza di un lavoro che richiede tempo e impegno. Rixi ha messo in evidenza la necessità di un cambiamento culturale in Italia, affinché il Paese possa riconoscere il valore del lavoro e degli investimenti a lungo termine.
Critiche alla mancanza di visione
Durante l’intervento, Rixi ha espresso preoccupazione per la mancanza di una visione strategica in Italia riguardo alle infrastrutture, sottolineando che non si costruiscono opere significative da oltre trent’anni. Le ultime grandi realizzazioni risalgono all’epoca di Moretti, con l’alta velocità che ha visto la luce circa 16-18 anni fa. Rixi ha evidenziato che la maggior parte delle ferrovie italiane ha un’età media di 90 anni, e senza l’alta velocità, il 90% delle linee ferroviarie risulta obsoleto e inadeguato rispetto agli standard moderni.
Inoltre, il vice ministro ha evidenziato che, nonostante i miglioramenti possano essere apportati al materiale ferroviario, le prestazioni complessive del sistema non possono essere elevate senza un intervento significativo sulle infrastrutture stesse. “Più mettiamo treni, più creiamo disfunzioni al sistema“, ha avvertito, suggerendo che l’adeguamento delle infrastrutture esistenti è cruciale per il miglioramento del servizio.
Rixi ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di investire nel futuro, affinché le generazioni successive possano beneficiare di un sistema infrastrutturale all’altezza delle sfide moderne.
