Tumori: 485mila italiani colpiti da cancro alla prostata, Aiom chiede maggiore prevenzione

Lorenzo Di Bari

Settembre 12, 2025

Sono oltre 485mila gli uomini in Italia che convivono con una diagnosi di tumore della prostata. Secondo le stime recenti, questo numero è destinato a crescere dell’1% ogni anno fino al 2040. I dati relativi ai tassi di sopravvivenza a cinque anni sono incoraggianti, superando il 90%, ma l’impatto della malattia rimane significativo. Ogni anno, nel nostro Paese, si registrano oltre 8.200 decessi, un dato che è destinato ad aumentare in parallelo con l’invecchiamento della popolazione e l’incremento dell’incidenza della patologia. Questi aspetti sono stati evidenziati durante una conferenza stampa online tenutasi il 12 settembre 2025, organizzata dalla Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica). Saverio Cinieri, presidente della Fondazione, ha sottolineato che il carcinoma prostatico è diventato il più comune tra gli uomini in Italia, un trend osservato anche in molti Paesi occidentali. Cinieri ha evidenziato l’importanza di affrontare i fattori modificabili che possono influenzare l’insorgenza della malattia, in particolare quelli legati agli stili di vita.

Iniziative di sensibilizzazione e prevenzione

Per sensibilizzare la popolazione maschile riguardo alla prevenzione del tumore della prostata, Aiom e la Fondazione Aiom hanno partecipato al “Tour Mediterraneo” a bordo della nave Amerigo Vespucci. Durante gli eventi al “Villaggio In Italia”, oncologi e volontari hanno distribuito materiale informativo focalizzato sulla prevenzione. Al tour hanno partecipato anche la Fondazione Airc e la Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm). Cinieri ha affermato che questa iniziativa ha rappresentato un’importante opportunità per ribadire l’importanza di adottare comportamenti salutari per prevenire malattie gravi. Recenti studi scientifici hanno dimostrato, ad esempio, che il tabagismo aumenta del 20% il rischio di sviluppare un tumore alla prostata. Allo stesso modo, l’obesità è associata a forme più aggressive della malattia. Attualmente, il 27% degli uomini adulti fuma e l’11% è obeso. Anche malattie croniche come il diabete e la sindrome metabolica contribuiscono a un incremento del rischio. Al contrario, un’attività fisica regolare è stata dimostrata efficace nel ridurre sia il rischio di progressione della malattia che la mortalità.

Diagnosi e trattamenti disponibili

Il tumore della prostata, nelle sue fasi iniziali, spesso non presenta sintomi evidenti, il che rende difficile una diagnosi precoce. Marco Maruzzo, direttore dell’UOC Oncologia 3 dell’Istituto Oncologico Veneto, ha spiegato che i segni possono manifestarsi solo con l’avanzare della malattia, includendo sintomi come la riduzione della potenza del getto urinario, ematuria o dolore. I trattamenti attualmente disponibili variano, includendo la sorveglianza attiva, che prevede un monitoraggio costante della malattia quando questa è poco aggressiva. Altri approcci terapeutici comprendono la chirurgia, la radioterapia e la terapia ormonale, mirata a ridurre la produzione di ormoni legati allo sviluppo del tumore. Per i pazienti affetti da tumore non metastatico resistente alla castrazione medica, sono disponibili terapie ormonali innovative, caratterizzate da un buon profilo di tollerabilità e in grado di controllare la malattia. Inoltre, l’associazione di queste terapie alla chemioterapia può risultare benefica, in particolare per i pazienti con malattia avanzata.

Il ruolo della genetica nella prevenzione

Nicola Silvestris, segretario nazionale di Aiom, ha messo in luce l’importanza del monitoraggio di categorie di uomini a rischio. La familiarità è un fattore significativo nell’insorgenza della malattia: se un parente di primo grado è colpito da tumore alla prostata, il rischio di sviluppare la patologia raddoppia. Circa il 10% dei tumori prostatici ha una componente eredo-familiare, e spesso queste diagnosi avvengono in fase più precoce. Attraverso test genetici specifici, è possibile identificare uomini portatori di varianti patogenetiche legate a geni come il Brca. In seguito, si possono avviare percorsi di monitoraggio o di cura per i pazienti. Durante il Tour Vespucci, è stata offerta l’opportunità di incontrare migliaia di persone, illustrando l’importanza della prevenzione e i progressi nella lotta contro il cancro.

Collaborazioni per il miglioramento delle cure

Arianna Gregis, Head Pharmaceuticals di Bayer Italia, ha descritto l’iniziativa come un passo concreto per sostenere le persone affette da tumore alla prostata. L’azienda si impegna ad ampliare e migliorare le opzioni terapeutiche, riconoscendo il ruolo cruciale della prevenzione e della sensibilizzazione nella lotta contro le malattie. Il carcinoma alla prostata è uno dei temi più discussi riguardo alla salute maschile, e gli esperti di Aiom hanno evidenziato la necessità di incentivare la prevenzione in Italia attraverso campagne mirate. Bayer ha espresso il proprio sostegno all’iniziativa durante il Tour Mediterraneo, sottolineando l’importanza di continuare a lavorare insieme per affrontare questa sfida sanitaria.

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