Trump e i dazi: l’Europa si oppone, mentre la Cina subisce un forte calo

Lorenzo Di Bari

Settembre 12, 2025

Il 12 settembre 2025, un nuovo studio condotto dagli economisti Daniel Gros e Niccolò Rotondi dell’IEP@BU, l’Istituto per le Politiche Europee dell’Università Bocconi, ha messo in luce l’impatto delle politiche commerciali di Donald Trump sull’Unione Europea. Le preoccupazioni iniziali, scaturite dall’annuncio del 2 aprile 2025 riguardante l’introduzione di dazi “reciproci” su tutti i partner commerciali, sembrano essere state infondate. Nonostante le attese di un possibile crollo del commercio mondiale e la capitolazione dell’Europa di fronte al protezionismo statunitense, i dati attuali raccontano una realtà molto diversa.

Un’analisi delle esportazioni europee

Lo studio, intitolato “First impact of Trump’s trade policy on the Eu” e pubblicato nella Policy Brief n. 45, evidenzia come l’Unione Europea sia riuscita a mantenere le proprie quote di mercato negli Stati Uniti. In particolare, nel primo semestre del 2025, le esportazioni europee verso il mercato statunitense hanno registrato un incremento di circa 40 miliardi di euro. Questo risultato è particolarmente significativo se confrontato con la situazione della Cina, che ha visto la propria quota di importazioni americane ridursi drasticamente dal 14% al 7% nello stesso periodo.

Gros e Rotondi spiegano che la stabilità delle esportazioni europee è dovuta alla differenza tra i dazi annunciati e quelli realmente applicati. In media, i dazi imposti dall’amministrazione Trump si sono attestati intorno al 9-10%, ben al di sotto del 40% previsto per i prodotti cinesi. Solo Canada e Messico beneficiano di condizioni più favorevoli grazie agli accordi commerciali esistenti, ma le loro dimensioni economiche limitano l’impatto sul mercato globale.

Il commercio globale e le dinamiche attuali

Il rapporto degli economisti mette in evidenza un’altra dinamica importante: nonostante le minacce di Trump, le importazioni statunitensi non hanno subito una contrazione, anzi, sono aumentate leggermente. Secondo dati forniti dall’UNCTAD, il commercio globale ha visto un incremento di circa 300 miliardi di dollari nel primo semestre del 2025. In questo contesto, l’Unione Europea ha saputo sfruttare la pressione esercitata su Pechino, mantenendo le proprie posizioni senza dover adottare misure commerciali più aggressive.

Gli autori concludono che i dazi annunciati da Trump erano potenzialmente incostituzionali e privi di fondamento reale come risposta alle barriere commerciali estere, violando le normative del WTO. Nonostante l’attenzione mediatica e le polemiche politiche, l’effetto concreto di queste misure è risultato piuttosto limitato. Le importazioni statunitensi sono aumentate, il commercio globale continua a crescere e l’Europa ha mantenuto la propria quota di mercato. L’analisi suggerisce che, in questo caso, il clamore politico ha avuto un impatto inferiore rispetto alle aspettative iniziali.

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