Il 13 settembre 2025 segna il World Sepsis Day, una giornata dedicata alla sensibilizzazione riguardo alla sepsi, una condizione medica che rappresenta una vera emergenza sanitaria globale. La sepsi, che deriva da infezioni, può progredire rapidamente verso insufficienze d’organo e shock settico, portando a un alto tasso di mortalità. Secondo i dati forniti da Aop Health, azienda attiva nella terapia intensiva e nelle malattie rare, la sepsi colpisce annualmente fino a 50 milioni di persone nel mondo, con circa 11 milioni di decessi. In Italia, i tassi di mortalità sono allarmanti, variando tra il 25% e il 40%.
La gravità della sepsi in Italia
Un’indagine condotta in Italia ha rivelato che il numero di decessi attribuibili alla sepsi è aumentato significativamente, passando da circa 19mila nel 2003 a oltre 49mila nel 2015. Questo incremento rappresenta una crescita dal 3% all’8% di tutti i decessi registrati nel paese. Il Libro bianco dell’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico resistenza (Onsar) ha segnalato che nel 2020 il numero di vittime ha raggiunto le 70mila. Questi dati evidenziano la necessità di riconoscere la sepsi non solo come una sfida clinica, ma anche come una priorità per la salute pubblica.
I sintomi della sepsi
La sepsi presenta sintomi variabili e spesso aspecifici, rendendo difficile una diagnosi precoce. La tempestività nell’intervento terapeutico è cruciale per migliorare le possibilità di sopravvivenza. Le infezioni che possono condurre a sepsi includono quelle respiratorie, come l’influenza e il Covid-19, così come le infezioni delle vie urinarie. Non solo i pazienti ricoverati sono a rischio, ma anche coloro che si trovano al di fuori degli ospedali. I gruppi più vulnerabili includono pazienti con recenti interventi chirurgici, persone immunocompromesse, anziani e bambini di età inferiore a un anno.
Riconoscere i sintomi della sepsi
Massimo Girardis, professore di Anestesia e terapia intensiva all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, sottolinea l’importanza di riconoscere i sintomi della sepsi, come febbre alta, respirazione accelerata e stato confusionale. Se non interpretati correttamente, questi segnali possono ridurre drasticamente il tempo disponibile per un intervento efficace. La formazione del personale sanitario e la consapevolezza dei cittadini sono essenziali per affrontare questa emergenza.
Se non trattata in tempo, la sepsi può evolvere in shock settico, una condizione critica che rappresenta una delle principali cause di morte nei reparti di terapia intensiva. Lo shock settico si verifica quando l’infezione provoca alterazioni cellulari e metaboliche tali da compromettere la pressione arteriosa, con una mortalità che può superare il 40%. Ricerche recenti indicano che nelle forme più gravi, la mortalità può arrivare a colpire quasi un paziente su due.
Strategie di intervento contro la sepsi
Girardis evidenzia che la sepsi e lo shock settico rimangono tra le principali cause di mortalità. Tuttavia, un approccio mirato, che include un intervento tempestivo e un supporto emodinamico personalizzato, può migliorare notevolmente gli esiti clinici. È fondamentale che un’équipe multidisciplinare, composta da medici, infermieri e farmacisti, collabori per implementare protocolli integrati in tempi rapidi.
Roberta Termini, direttore medico di Aop Health Italia, sottolinea che la tempestività è cruciale per modificare la prognosi. L’azienda si impegna a promuovere una maggiore consapevolezza sulla sepsi e a sviluppare un modello di trattamento che integri terapie e percorsi assistenziali ben strutturati, dal triage al follow-up. La personalizzazione del trattamento in base alle condizioni cliniche del paziente è un altro aspetto fondamentale.
Adriano Peris, responsabile scientifico dell’associazione T.I. Do Aiuto, aggiunge che la terapia intensiva è un ambiente complesso e difficile da affrontare per pazienti e familiari. L’associazione si propone di supportare i pazienti e i loro caregiver, facilitando il percorso clinico e assistenziale. In collaborazione con Aop Health Italia, sostengono la campagna di sensibilizzazione “Intensivamente”, mirata a promuovere l’informazione sociale sulla sepsi.