L’11 settembre 2025, Charlie Kirk, fondatore dell’organizzazione conservatrice Turning Point, è stato tragicamente assassinato a colpi d’arma da fuoco durante un evento presso la Utah Valley University. Kirk, noto per le sue posizioni politiche forti e controverse, aveva recentemente condiviso un post in cui denunciava la crescente violenza tra i gruppi di sinistra, citando uno studio del Network Contagion Research Institute (NCRI) che evidenziava come una percentuale significativa di liberali considerasse giustificabile l’omicidio di figure pubbliche come Elon Musk e Donald Trump.
Il contesto dell’omicidio di Charlie Kirk
L’omicidio di Kirk ha scosso l’opinione pubblica e ha sollevato interrogativi sulla sicurezza degli attivisti politici. Durante il suo intervento, Kirk aveva fatto riferimento a un’indagine che rivelava che il 48% dei liberali riteneva accettabile l’omicidio di Musk, mentre il 52% esprimeva opinioni simili riguardo Trump. Questi dati, riportati da Fox News, hanno alimentato il dibattito sulla crescente polarizzazione politica negli Stati Uniti.
In California, gli attivisti hanno associato il nome di Luigi Mangione, accusato dell’omicidio del CEO di UnitedHealthCare, Brian Thompson, a una proposta di legge che mira a impedire alle compagnie di assicurazione di ritardare l’approvazione di interventi medici. Kirk aveva denunciato questo legame, sostenendo che la frustrazione sociale potesse spingere a gesti estremi. Le sue parole riflettono un clima di crescente tensione e violenza, in cui ogni risultato negativo viene visto come un motivo per una reazione violenta.
La cultura della violenza e il ruolo dei social media
Kirk ha descritto la sinistra come intrappolata in una “frenesia violenta”, dove ogni insuccesso politico può scatenare reazioni eccessive. Secondo lui, la tolleranza alla violenza è diventata parte della cultura delle proteste, con un aumento della violenza tra i segmenti più giovani e attivi online. Lo studio del NCRI, co-firmato dalla Rutgers University, ha analizzato come le narrazioni virali sui social media stiano contribuendo a normalizzare la violenza politica, in particolare dopo eventi drammatici come l’assassinio di Thompson.
La ricerca ha rivelato che il fenomeno è particolarmente diffuso tra i giovani e coloro che trascorrono molto tempo online. Gli esperti avvertono che questa normalizzazione della violenza potrebbe avere conseguenze gravi, con un “spillover” della violenza dalla sfera virtuale a quella reale.
Controversie e critiche all’NCRI
Il Network Contagion Research Institute, fondato nel 2018, non è estraneo a polemiche. Alcuni studiosi hanno messo in discussione i metodi utilizzati nelle loro ricerche, evidenziando la mancanza di revisione paritaria, un criterio fondamentale per la validazione scientifica. L’istituto ha attirato attenzione anche per aver previsto l’aumento della popolarità di QAnon, un gruppo che ha avuto un ruolo nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, e per aver pubblicato ricerche sul comportamento di TikTok riguardo a temi sensibili per il governo cinese.
Questi elementi sollevano interrogativi sulla credibilità delle affermazioni fatte da Kirk e sull’interpretazione dei dati da parte dell’NCRI. La sua denuncia della violenza politica e della cultura di odio trova risonanza in un clima politico sempre più teso, dove le parole e le azioni di personaggi pubblici come Kirk possono avere un impatto profondo sulla società .