L’inizio della scuola rappresenta un momento cruciale nella vita di ogni studente, ricco di emozioni e ricordi indelebili. Nel 2025, mentre milioni di giovani tornano tra i banchi, alcuni scrittori italiani hanno condiviso le loro esperienze legate al primo giorno di scuola, rivelando come questi momenti abbiano influenzato il loro percorso di vita.
Le emozioni di Maurizio de Giovanni
Maurizio de Giovanni, noto autore napoletano, ricorda con nostalgia il suo primo giorno di scuola mista, avvenuto nel 1971. “Ho studiato dai gesuiti dalla prima elementare fino alla maturità “, racconta. La sua istituzione, fino ad allora esclusivamente maschile, accolse per la prima volta le ragazze nel quarto ginnasio. “A 14 anni, mi ritrovai in classe con le ragazze, un evento che segnò profondamente la mia vita”, spiega de Giovanni. La sua descrizione del cambiamento è vivida: “C’era una tempesta di sentimenti, attrazione e repulsione, ostilità e curiosità . Quel giorno epico ha trasformato la mia esperienza scolastica e sociale”. La competizione con le compagne di classe, che si dimostrarono brillanti e interessate a ragazzi più grandi, ha lasciato un segno indelebile nella sua memoria, tanto che lo scrittore scherza sul trauma che ancora oggi lo accompagna.
Il primo giorno di Matteo Bussola
Matteo Bussola, scrittore e illustratore, evoca un altro tipo di emozione legata al suo ingresso al liceo scientifico. “Ricordo la paura e l’eccitazione del mio primo giorno”, afferma. Bussola si trovava in una situazione particolare: “Non era la scuola che desideravo, avrei voluto frequentare il liceo artistico, ma i miei genitori scelsero diversamente”. La sua esperienza di un ragazzo di provincia che si trasferisce in una grande città per studiare è descritta come una sfida importante. “Affrontare un percorso scolastico che non era in linea con i miei desideri mi ha aiutato a scoprire chi sono realmente”, riflette. Bussola sottolinea come le situazioni inaspettate possano portare a una crescita personale significativa.
Le amicizie di Nadia Terranova
Nadia Terranova, autrice siciliana e finalista del premio Strega, racconta un’esperienza che ha segnato la sua adolescenza. “A 14 anni, nel quarto ginnasio, mi sono seduta accanto a una ragazza con i capelli rossi e le lentiggini”, ricorda. Dopo un mese, scoprirono di essere state migliori amiche da piccole, unite da un legame che il tempo non ha spezzato. “Abbiamo condiviso ogni momento della nostra formazione, dal ginnasio al liceo, e siamo ancora amiche oggi”, afferma Terranova. La sua testimonianza evidenzia come le amicizie scolastiche possano resistere alla prova del tempo, sottolineando l’importanza degli anni trascorsi tra i banchi.
La formazione di Dacia Maraini
Dacia Maraini, una delle scrittrici italiane più importanti, offre una prospettiva unica sulla sua formazione. “A sette anni, ero in Giappone in un campo di concentramento”, rivela. La sua prima scuola fu quella dei genitori, che le insegnarono storia e geografia in un momento di grande difficoltà . “Mio padre mi parlava di filosofi come Aristotele e Platone“, racconta Maraini, descrivendo come l’istruzione ricevuta in quel contesto difficile sia stata fondamentale per la sua crescita. Dopo il Giappone, frequentò un collegio a Firenze, dove apprese la storia del Risorgimento, un’esperienza che ha lasciato un segno profondo nel suo cuore.
Riflessioni di Nicola Lagioia e Stefania Auci
Nicola Lagioia, vincitore del premio Strega nel 2015, ricorda incontri significativi avvenuti durante le scuole superiori. “Una professoressa abbandonò il programma ministeriale e ci fece leggere ‘The Waste Land’ di Eliot“, racconta. Questo approccio innovativo ha trasformato la sua esperienza scolastica, facendolo sentire parte di qualcosa di più grande.
Stefania Auci, autrice della saga dei Florio, rievoca un ricordo affettuoso legato alla sua cartella rossa delle elementari, simbolo di un’epoca passata. “Quella cartella mi rassicurava, rappresentava il mio impegno e la mia competitività ”, afferma. Oggi, riflette su come siano cambiati i tempi e i mezzi di studio, ma le amicizie nate tra i banchi rimangono forti anche dopo trent’anni.
Queste testimonianze di scrittori italiani mettono in luce l’importanza del primo giorno di scuola e delle esperienze formative, che plasmano non solo le loro vite, ma anche le loro opere.