Circa un migliaio di persone hanno preso parte oggi, mercoledì 10 settembre 2025, alla manifestazione intitolata “Blocchiamo tutto” in diverse città della Francia. La Gendarmeria nazionale ha confermato che almeno 75 manifestanti sono stati arrestati nella sola area di Parigi. Questo movimento di protesta, che ha trovato impulso sui social media, si propone di paralizzare il Paese attraverso boicottaggi, scioperi e occupazioni simboliche di municipi e uffici pubblici, sollevando interrogativi su una possibile nascita di un nuovo soggetto politico simile ai Gilet Gialli.
La Gendarmeria ha dichiarato che “la situazione è sotto controllo, ma altamente instabile”. Nella notte si sono verificate sette manifestazioni in tutto il territorio francese, alcune delle quali continuano a essere attive. I servizi di sicurezza prevedono che oggi possano scendere in piazza fino a 100.000 persone. Il ministro degli Interni, Bruno Retailleau, ha annunciato una politica di “tolleranza zero” nei confronti delle manifestazioni.
Disagi al traffico sono stati segnalati a Lione, Lille e Grenoble, mentre a Parigi la circolazione di autobus e metropolitane risulta “quasi normale”. Tuttavia, alcuni manifestanti hanno tentato di interrompere la circolazione sulla tangenziale di Parigi, appiccando incendi sporadici, come riportato dall’emittente Bfmtv, che ha confermato che il traffico rimane scorrevole.
Nella regione della Bretagna, il portavoce della Gendarmeria Nazionale, Erwan Coiffard, ha riferito di “azioni più significative”. A Lione, circa 100 persone hanno bloccato la rotonda di Feyssine, con la polizia che ha dovuto utilizzare mezzi per disperdere i dimostranti che ostacolavano il traffico sul ponte dell’Università e lungo le banchine. A Marsiglia, diverse centinaia di persone si sono radunate in Place de la Joliette, rovesciando bidoni della spazzatura e causando gravi interruzioni del traffico in alcune aree.
Le manifestazioni hanno coinvolto anche le scuole superiori, dove gli studenti hanno dichiarato: “Blocchiamo le nostre scuole superiori contro la negazione della democrazia e le inaccettabili condizioni di studio, finché non vinceremo la nostra causa”, come ha affermato il presidente dell’Unione delle scuole superiori a Bfmtv.
Chi c’è dietro ‘Blocchiamo tutto’
La mobilitazione nazionale è stata indetta da un movimento che, secondo il quotidiano Le Parisien, conta circa 20 organizzatori e si dichiara indipendente da partiti e sindacati. “Blocchiamo tutto” è emerso come risposta a un crescente malcontento popolare, amplificato da piattaforme come X, TikTok, Telegram e Facebook. Questo malcontento è stato ulteriormente alimentato dall’annuncio della manovra di Bayrou, che prevede tagli al bilancio per quasi 44 miliardi di euro, riduzioni nel settore sanitario, la cancellazione di due festività nazionali e il congelamento delle pensioni.
All’origine dell’iniziativa ci sono due gruppi principali: “Indignons-nous” e “Les Essentiels”. Il primo, con posizioni progressiste, si concentra su rivendicazioni sociali, opponendosi ai tagli e difendendo i servizi pubblici. Il secondo, di orientamento sovranista e più a destra, chiede la Frexit, cioè l’uscita della Francia dall’Unione Europea, critica il sistema fiscale e propone azioni come l’evitare l’uso della carta di credito e il boicottaggio della grande distribuzione.
Secondo la ricercatrice Elisabeth Godefroy, il movimento è “abbastanza eterogeneo”. Nonostante le differenze ideologiche, i due gruppi hanno deciso di collaborare per questa mobilitazione, sottolineando la necessità di trovare nuovi metodi di attivismo di fronte al fallimento delle modalità tradizionali, come ha osservato François Boulo, avvocato ed ex portavoce dei Gilet Gialli.
Diverse organizzazioni sindacali e partiti di sinistra hanno già espresso la volontà di unirsi al movimento, mentre gli organizzatori insistono sull’indipendenza da partiti e sindacati per massimizzare la partecipazione dei cittadini. Alcuni analisti hanno notato forti somiglianze con i Gilet Gialli, il cui movimento ha scosso la Francia nel 2018. Come allora, anche questo movimento nasce sui social media, non ha un leader unico e raccoglie cittadini che si sentono “trascurati”. Un sondaggio condotto dal think tank Jean-Jaurès su oltre mille sostenitori di “Blocchiamo tutto” ha rivelato che il 69% ha votato per il partito di Jean-Luc Mélenchon alle elezioni presidenziali del 2022, mentre solo il 2% ha sostenuto Emmanuel Macron e il 3% Marine Le Pen.