Oggi, martedì 9 settembre 2025, il mondo della letteratura italiana piange la scomparsa di Stefano Benni, un autore poliedrico e amato, deceduto a Bologna, sua città natale, all’età di 78 anni. Nato il 12 agosto 1947, Benni ha combattuto a lungo contro una malattia che, sebbene lo avesse debilitato fisicamente, non ha mai intaccato il suo spirito vivace e creativo.
La notizia della sua morte è stata ufficialmente confermata dalla casa editrice Feltrinelli all’agenzia di stampa Adnkronos. Benni, autore inclassificabile e visionario, ha saputo interpretare l’Italia con uno stile unico, mescolando elementi di satira politica, poesia surreale e umorismo anarchico. La sua vasta produzione letteraria ha attraversato diversi generi e decenni, mantenendo sempre freschezza e originalità , e ha accompagnato generazioni di lettori in mondi fantastici e storie di ribelli emarginati.
I suoi libri
Con un catalogo di oltre venti romanzi e raccolte di racconti, tutti editi da Feltrinelli, tra cui titoli emblematici come ‘Bar Sport’ (1976), ‘Terra!’ (1983), ‘Baol’ (1990), ‘La Compagnia dei Celestini’ (1992) e ‘Margherita Dolcevita’ (2005), Benni ha creato un universo letterario caratterizzato da personaggi eccentrici e situazioni grottesche. Questi protagonisti, spesso vittime di una società cinica, riflettono la sua visione critica del mondo.
La sua satira, mai banale, ha trovato ampio spazio anche nel giornalismo. Benni ha collaborato con importanti testate come ‘L’Espresso’, ‘Panorama’, ‘Il manifesto’, ‘La Repubblica’ e ‘Linus’, utilizzando la sua penna acuta per rivelare le contraddizioni della politica e della cultura italiana. Inoltre, è stato uno dei primi autori a scrivere per un giovane Beppe Grillo, contribuendo così a plasmare l’intrattenimento televisivo italiano.
Dietro il suo umorismo si celava, tuttavia, una profonda inquietudine esistenziale. Benni ha sempre mostrato una spiccata sensibilità verso le ingiustizie e un amore incondizionato per la libertà e l’arte. Negli anni, ha ampliato il suo repertorio, dedicandosi a testi teatrali, poesie, favole e graphic novel. Tra le sue opere più recenti figurano ‘Giura’ (2020), il poema ‘Dancing Paradiso’ (2019) e il docufilm autobiografico ‘Le avventure del Lupo’ (2018). Il soprannome ‘il Lupo’ lo accompagnava fin dall’infanzia, evocando i ricordi della sua gioventù trascorsa nei boschi dell’Appennino bolognese e simboleggiando il suo spirito ribelle.
Benni è stato anche un fervente sostenitore della scuola pubblica e della cultura come patrimonio collettivo. Nel 2015, rifiutò il Premio Vittorio De Sica in segno di protesta contro i tagli del governo di Matteo Renzi all’istruzione e alla cultura. I suoi libri, tradotti in oltre 30 lingue, hanno saputo attrarre un pubblico vasto e variegato, dai lettori più giovani agli intellettuali più esigenti, riuscendo a coniugare leggerezza e profondità , impegno e immaginazione. La sua amicizia con Daniel Pennac ha dato vita a un sodalizio letterario noto a livello europeo, con Benni che ha promosso la traduzione italiana delle opere di Pennac, consolidando così un legame basato su stima e affinità narrativa.