Il tumore al polmone continua a rappresentare una delle principali cause di morte per cancro a livello globale, con un’incidenza che colpisce sia uomini che donne. Recenti sviluppi nel trattamento di questa patologia sono stati presentati al Congresso Mondiale sul Tumore del Polmone 2025, tenutosi a Barcellona, dove i ricercatori dell’International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC) hanno condiviso risultati promettenti relativi all’analisi finale di sopravvivenza globale dello studio di fase 3 Flaura2 condotto da AstraZeneca. Questo studio ha esaminato l’efficacia di osimertinib in combinazione con chemioterapia, portando a risultati significativi per i pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) con mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFRm).
Risultati dello studio Flaura2
Nel contesto della conferenza, i dati presentati hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza globale (OS) dei pazienti trattati con la combinazione di osimertinib e chemioterapia rispetto a quelli sottoposti solo a osimertinib. I risultati indicano che i pazienti che hanno ricevuto la terapia combinata hanno registrato una OS mediana di circa 47,5 mesi, quasi 4 anni, rispetto ai 37,6 mesi, circa 3 anni, ottenuti con la sola monoterapia. Con il 57% dei dati maturi, è emerso che la combinazione ha ridotto il rischio di morte del 23% rispetto al trattamento con osimertinib in monoterapia. Inoltre, il 63,1% dei pazienti trattati con la combinazione era vivo a 3 anni, e il 49,1% a 4 anni, in confronto al 50,9% e al 40,8% rispettivamente nel gruppo di monoterapia.
Commenti degli esperti
Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Toracica (AIOT), ha sottolineato l’importanza di prolungare la sopravvivenza dei pazienti con tumore del polmone avanzato, mantenendo al contempo una buona qualità della vita. Ha affermato che i risultati dello studio Flaura2 rappresentano un passo avanti significativo, evidenziando come la combinazione di osimertinib e chemioterapia offra una sopravvivenza globale mediana mai raggiunta prima in questo contesto. De Marinis ha richiamato l’attenzione sui risultati precedentemente presentati nel 2023, dove la combinazione aveva già dimostrato un vantaggio nella sopravvivenza libera da progressione di malattia.
Impatto sul trattamento del tumore al polmone in Italia
Silvia Novello, presidente di Women Against Lung Cancer in Europe (WALCE) e direttrice di Oncologia Medica all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, ha evidenziato che nel 2024 in Italia sono stati stimati circa 45.000 nuovi casi di tumore al polmone, con l’80% delle diagnosi effettuate in fase avanzata. Questo scenario rende cruciale l’accesso a terapie sempre più efficaci. Novello ha descritto la gestione del carcinoma polmonare metastatico come complessa e richiedente un approccio multidisciplinare, personalizzato in base alle caratteristiche molecolari e cliniche del paziente. La mutazione del gene EGFR è presente in circa il 15% dei casi di NSCLC, prevalentemente tra i non fumatori, ed è fondamentale nella scelta della terapia.
Profilo di sicurezza della terapia combinata
Durante il follow-up esteso, il profilo di sicurezza della combinazione di osimertinib e chemioterapia ha mostrato di essere gestibile e in linea con i profili già noti dei singoli farmaci. Gli eventi avversi di grado superiore a 3 si sono verificati nel 70% dei pazienti nel braccio di trattamento combinato, principalmente a causa di eventi avversi legati alla chemioterapia, rispetto al 34% nel gruppo trattato con osimertinib in monoterapia. I tassi di interruzione per eventi avversi e la tossicità sono stati contenuti in entrambi i gruppi, suggerendo un profilo di tollerabilità favorevole per i pazienti.