Michele Calcaterra, docente di Finance Corporate all’Università Bocconi, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Adnkronos riguardo al recente sviluppo che ha visto il Monte dei Paschi di Siena (Mps) ottenere il controllo di Mediobanca. Questo avvenimento segna un’importante svolta nel panorama finanziario italiano, con Mps che ha raggiunto un’adesione del 62,29% del capitale di Mediobanca, superando così la soglia del 50%.
Il controllo di Mediobanca da parte di Mps
Il 8 settembre 2025, Mps ha ufficialmente conquistato il controllo di Mediobanca, un risultato che rappresenta un passo significativo nella strategia di consolidamento del settore bancario italiano. Con l’adesione che supera il 62%, Mps non è più solo il primo azionista, ma si è affermato come dominus dell’istituto di credito. Si prevede che, con la riapertura del periodo di offerta tra il 16 e il 22 settembre, questa percentuale possa ulteriormente aumentare, con l’obiettivo di raggiungere il 66,7%. Questo numero è cruciale poiché consentirebbe di procedere alla fusione attraverso un’assemblea straordinaria.
Le dimissioni del consiglio di amministrazione e l’evoluzione della governance
L’era di Alberto Nagel, che ha guidato Mediobanca per venti anni, sembra avviarsi verso la conclusione. Secondo quanto riportato dal Financial Times, l’intero consiglio di amministrazione di Mediobanca prevede di dimettersi in una riunione programmata per il 18 settembre. Tuttavia, le dimissioni ufficiali potrebbero essere formalizzate solo dopo la nomina del nuovo management. Fonti vicine all’ambiente finanziario suggeriscono che la situazione potrebbe evolversi rapidamente, con le dimissioni che potrebbero avvenire subito dopo il periodo di riapertura. È chiaro che Mps dovrà stabilire una nuova governance, e le domande sul futuro leadership e sulle eventuali modifiche sono già al centro del dibattito.
Le aspettative sul futuro posizionamento industriale
Michele Calcaterra ha commentato le prospettive future per Mps e Mediobanca, affermando che, sebbene si tratti della conclusione di un’era, non si prevedono cambiamenti radicali. “La governance rappresenta un ‘mondo nuovo’, ma mi aspetto che il posizionamento industriale della nuova entità risulti una somma efficiente di quanto erano i gruppi di provenienza”, ha dichiarato. Calcaterra ha sottolineato che non si tratterà di una razionalizzazione tipica dei processi di concentrazione industriale, ma piuttosto di un posizionamento più efficiente lungo l’intera filiera dei servizi finanziari, che spazia dalle attività delle banche commerciali a quelle più specifiche dell’investment banking.
La situazione attuale in Piazza Salimbeni e Piazzetta Cuccia rappresenta un momento cruciale per il settore bancario italiano, con Mps che si prepara a ridefinire il proprio ruolo nel mercato. Resta da vedere come si svilupperanno gli eventi nei prossimi giorni e quali saranno le conseguenze per gli attori coinvolti.