Oggi, 8 settembre 2025, si svolgerà un voto di fiducia cruciale per il governo francese, guidato dal premier centrista François Bayrou. Questa situazione rappresenta un momento delicato per la Francia, che si trova ad affrontare una nuova sfida politica a meno di nove mesi dalla caduta del governo di Michel Barnier, il quale era rimasto in carica per soli 99 giorni. Bayrou ha presentato una proposta di bilancio per il 2026 che prevede tagli alla spesa pubblica per un totale di 44 miliardi di euro, aumenti delle tasse e la soppressione di due giorni festivi, il tutto per cercare di contenere il crescente debito pubblico del Paese. Tuttavia, la sinistra e l’estrema destra hanno già annunciato la loro intenzione di votare contro questa legge di bilancio.
La situazione politica attuale
La Francia si trova in un periodo di grande instabilità politica, con la caduta del governo di Barnier che ha aperto la strada a un nuovo ciclo di incertezze. Emmanuel Macron, presidente della Repubblica, si trova ora a dover affrontare una sfida significativa: trovare un quinto primo ministro dalla sua rielezione nel maggio 2022. La situazione si è complicata ulteriormente dopo che Macron ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale nel giugno 2024, a seguito della vittoria dell’estrema destra alle elezioni europee.
Attualmente, il panorama politico è frammentato in tre blocchi senza una chiara maggioranza: un’alleanza di sinistra, il centrodestra e l’estrema destra. Questi gruppi si scontrano tra loro, rendendo difficile la formazione di una coalizione governativa stabile. I leader del Rassemblement National, il partito di estrema destra, hanno chiesto uno “scioglimento ultrarapido” dell’Assemblea nazionale, e secondo gli ultimi sondaggi, il loro partito sarebbe in vantaggio in caso di nuove elezioni. Macron ha menzionato la possibilità di ricorrere a elezioni anticipate, ma ha anche sottolineato di non voler prendere una decisione affrettata.
Le proposte di bilancio e le reazioni
Il Partito Socialista, guidato da Olivier Faure, ha presentato un’alternativa concreta, proponendo un piano di bilancio che prevede 22 miliardi di euro di risparmi. Questo piano include un’imposta del 2% sui patrimoni superiori a 100 milioni di euro e la sospensione della riforma pensionistica del 2023. Tuttavia, ottenere una maggioranza con tali proposte non sarà semplice, poiché potrebbe portare all’uscita dei partiti di destra dalla coalizione attuale.
La sinistra, rappresentata da La France Insoumise, critica aspramente il piano del Partito Socialista, definendolo un “pasticcio” politico. Una possibile soluzione per il governo attuale potrebbe essere l’assegnazione del ruolo di primo ministro a una figura esterna al Partito Socialista, accettata da un ampio spettro politico, dal centrodestra ai socialisti.
I potenziali successori di Bayrou
Le speculazioni sui possibili successori di François Bayrou si intensificano, con esperti come Bruno Cautrès, politologo del Cevipof, che affermano che nessun blocco attuale ha la legittimità necessaria per avviare riforme significative. Cautrès suggerisce che potrebbe essere opportuno “lasciare calmare le acque” e rinviare il dibattito sulle finanze pubbliche al 2027, nel tentativo di trovare una figura che possa simboleggiare la pacificazione sia per i mercati finanziari che per il Paese. Tra i nomi citati ci sono la presidente dell’Assemblea nazionale, Yaël Braun-Pivet, e il ministro dell’Economia, Eric Lombard.
Olivier Faure, nel frattempo, continua a spingere per la caduta del governo, aspirando a diventare primo ministro. Bayrou ha commentato le ambizioni di Faure, affermando che l’alleanza tra il Partito Socialista e La France Insoumise rappresenta un problema sia per il Paese che per il Partito Socialista stesso. La situazione rimane quindi complessa e incerta, con il futuro politico della Francia in bilico.