Il 5 settembre 2025, durante un briefing stampa, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato che il virus Mpox non è più considerato un’emergenza sanitaria di interesse internazionale (PHEIC). Questa decisione segue le raccomandazioni di un Comitato di emergenza che si è riunito per valutare l’andamento dell’epidemia. Ghebreyesus ha ricordato che, oltre un anno fa, era stata dichiarata l’emergenza sanitaria pubblica a causa della diffusione del virus in Africa, in conformità con il Regolamento sanitario internazionale.
Le valutazioni degli esperti
Il Comitato di emergenza ha effettuato incontri regolari ogni tre mesi per monitorare la situazione. Durante l’ultima riunione, tenutasi il 4 settembre 2025, gli esperti hanno comunicato al direttore generale che, a loro avviso, l’attuale situazione non giustifica più la classificazione di emergenza sanitaria internazionale. Ghebreyesus ha accettato questa raccomandazione, evidenziando il cambiamento nel contesto epidemiologico. Tuttavia, è fondamentale notare che, nonostante la revoca della PHEIC a livello globale, la situazione rimane critica in alcune aree, in particolare in Africa.
La situazione in Africa
Nonostante la decisione dell’OMS, l’Africa Cdc (Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie) ha dichiarato che il virus Mpox continua a costituire un’emergenza di salute pubblica nel continente. Questa decisione è stata ufficializzata il 4 settembre 2025, in seguito a una riunione dell’Emergency Consultative Group, un gruppo di esperti che fornisce consulenza all’Africa Cdc. Gli esperti hanno sottolineato l’importanza di mantenere la dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica per garantire un’adeguata mobilitazione delle risorse e mantenere alta l’attenzione tra i Paesi africani.
Durante l’incontro, il gruppo ha analizzato l’andamento dell’epidemia e ha concluso che la revoca della dichiarazione di emergenza potrebbe portare a una diminuzione dell’impegno politico e finanziario nella lotta contro il virus. Hanno avvertito che una tale mossa potrebbe aumentare il rischio di una recrudescenza della malattia. Gli esperti hanno notato che, sebbene i casi settimanali confermati siano diminuiti del 52% tra le settimane 17-22 e le settimane 27-32 del 2025, ci sono stati picchi allarmanti in Paesi come Ghana, Liberia, Kenya, Zambia e Tanzania.
Analisi della situazione epidemiologica
L’analisi della situazione epidemiologica ha rivelato che, nonostante il calo generale dei casi, ci sono stati nuovi focolai in diverse nazioni, tra cui Malawi, Etiopia, Senegal, Togo, Gambia e Mozambico. Inoltre, l’Etiopia e la Repubblica Centrafricana hanno segnalato decessi infantili a causa del virus. Alcuni Paesi, come Sierra Leone, Congo, Malawi, Zambia, Kenya, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Sudafrica e Camerun, continuano a presentare tassi di mortalità superiori all’1%, mentre il tasso medio continentale si attesta allo 0,5%.
Questa complessa situazione richiede un monitoraggio continuo e un impegno costante da parte delle autorità sanitarie per evitare ulteriori diffusione del virus e proteggere la salute pubblica nel continente. La raccomandazione di mantenere l’emergenza sanitaria pubblica è quindi cruciale per garantire che le risorse necessarie siano disponibili e che i Paesi rimangano vigili di fronte a questa minaccia sanitaria.