Oggi, 5 settembre 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è atteso per la firma di un controverso ordine esecutivo che prevede il cambio di nome del Dipartimento della Difesa in Dipartimento della Guerra. La decisione segna un ritorno alla denominazione utilizzata fino agli anni ’40 e ha suscitato un acceso dibattito sia a livello politico che sociale. Secondo quanto riportato dalla BBC, l’intento di questa modifica è quello di “proiettare forza e determinazione” nel contesto attuale.
Il nuovo titolo e le sue implicazioni
L’ordine esecutivo prevede che il Dipartimento della Difesa venga ufficialmente rinominato, con il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, che assumerà il nuovo titolo di segretario della Guerra. Questa transizione non sarà immediata; il nome sarà inizialmente utilizzato come “titolo secondario” fino all’approvazione definitiva da parte del Congresso. Hegseth avrà il compito di proporre le misure legislative necessarie per rendere permanente questa modifica. Tuttavia, i costi associati a questa operazione non sono ancora stati resi noti dalla Casa Bianca. Fonti giornalistiche stimano che l’aggiornamento di loghi, uniformi, indirizzi e-mail e documentazione ufficiale potrebbe costare intorno a un miliardo di dollari.
Le reazioni politiche e le polemiche
La proposta di Trump ha già sollevato polemiche tra i membri del Congresso. Il senatore democratico Andy Kim ha definito l’idea “infantile”, sottolineando che “gli americani vogliono prevenire le guerre, non celebrarle”. Questo commento evidenzia le divisioni politiche che la questione del cambio di nome ha riacceso, con i critici che mettono in dubbio la necessità di una simile modifica in un contesto internazionale complesso e delicato.
Trump ha giustificato la sua decisione affermando che il precedente nome riflette meglio “un’incredibile storia di vittorie” nelle due guerre mondiali. Inoltre, ha criticato l’approccio attuale del Pentagono, accusandolo di essere “troppo concentrato su diversità e inclusione”, un tema che ha suscitato ulteriori discussioni tra i sostenitori e gli oppositori della riforma.
La firma dell’ordine esecutivo da parte di Trump rappresenta un passo significativo nella sua amministrazione, che continua a cercare di riaffermare la potenza militare degli Stati Uniti sulla scena mondiale. Con l’attenzione rivolta alle prossime elezioni e alle reazioni del Congresso, sarà interessante osservare come si svilupperà questa situazione nei prossimi giorni.