La Commissione Europea ha inflitto una multa di 2,95 miliardi di euro a Google, accusando la multinazionale californiana di aver violato le norme antitrust europee. Questa decisione è stata annunciata il 5 settembre 2025, evidenziando come Google abbia distorto la concorrenza nel settore delle tecnologie pubblicitarie. Secondo l’autoritĂ dell’Unione Europea, l’azienda avrebbe messo in atto pratiche scorrette favorendo i propri servizi tecnologici per il posizionamento della pubblicitĂ online, danneggiando così i concorrenti, gli inserzionisti e gli editori.
Le accuse della Commissione europea
La Commissione Europea ha sottolineato che Google ha adottato comportamenti che hanno compromesso la libertĂ di mercato nel campo dell’adtech. In particolare, l’ente ha rilevato come l’azienda californiana abbia privilegiato i propri strumenti per la pubblicitĂ online, creando un ambiente di concorrenza sleale. Questo approccio ha avuto ripercussioni significative su tutti gli attori coinvolti nel mercato, inclusi i fornitori concorrenti, che si sono trovati in una posizione svantaggiata rispetto a Google.
La Commissione ha esaminato a fondo le pratiche commerciali dell’azienda, giungendo alla conclusione che le azioni di Google hanno generato conflitti di interesse intrinseci lungo la catena di fornitura della pubblicitĂ digitale. L’ente ha, pertanto, ordinato a Google di interrompere immediatamente queste pratiche e di attuare misure correttive per affrontare i problemi identificati.
Le misure richieste e i tempi di attuazione
In seguito alla sanzione, Google ha ricevuto un termine di 60 giorni per presentare alla Commissione Europea un piano dettagliato su come intende conformarsi alle richieste e rimediare ai conflitti di interesse emersi. Questa scadenza rappresenta un’opportunitĂ per l’azienda di ristrutturare le proprie pratiche commerciali e garantire una maggiore trasparenza nel settore della pubblicitĂ online.
La decisione della Commissione Europea non è solo una questione di sanzioni economiche, ma segna anche un passo importante nella lotta contro le pratiche anticoncorrenziali nel mercato digitale. L’ente ha chiarito che il suo obiettivo è quello di promuovere un ambiente di concorrenza equo, dove tutte le aziende possano competere ad armi pari.
La questione solleva interrogativi sulle future strategie di Google e sull’impatto che tali misure potrebbero avere sul mercato della pubblicitĂ online. L’attenzione internazionale rimane alta, con esperti e analisti pronti a monitorare gli sviluppi e le eventuali reazioni dell’azienda californiana.