Il 5 settembre 2025, durante il Forum di Cernobbio, è stata presentata la ricerca intitolata “Investire nel Mediterraneo: dinamiche in Italia e Spagna”. Questo studio, realizzato da Amazon e Teha, ha messo in evidenza una notevole differenza nei flussi di investimenti diretti esteri (Ide) tra i due Paesi, con la Spagna che ha attratto 304 miliardi di euro tra il 2015 e il 2024, rispetto ai 191 miliardi di euro dell’Italia. La ricerca ha identificato i principali fattori alla base di un divario di 113 miliardi di euro e ha suggerito misure concrete per migliorare l’attrattività degli investimenti in entrambi i contesti nazionali.
Analisi dei progetti e occupazione
L’analisi condotta ha rivelato che la Spagna ha realizzato 856 progetti greenfield fino al 2024, generando 72.416 nuovi posti di lavoro. In confronto, l’Italia ha avviato 303 progetti, creando 40.006 posti di lavoro. Questo scarto è particolarmente rilevante, considerando le somiglianze economiche e culturali tra i due Paesi. Valerio de Molli, CEO di Teha, ha commentato che “attrarre investimenti internazionali richiede un approccio sistemico e di ampio respiro”. Secondo lui, è fondamentale garantire certezza giuridica, digitalizzare la pubblica amministrazione e armonizzare la regolamentazione tra le varie regioni per migliorare la capacità di attrazione di capitali internazionali.
Le differenze tra Italia e Spagna
Giorgio Busnelli, Country Manager di Amazon Italia, ha evidenziato che, nonostante l’Italia disponga di ottime capacità manifatturiere e un grande potenziale innovativo, la complessità burocratica e un elevato cuneo fiscale limitano la sua capacità di attrarre investimenti. I tribunali spagnoli, ad esempio, risolvono le controversie civili e commerciali in media in 275 giorni, mentre quelli italiani impiegano 527 giorni. Questo aspetto contribuisce a fornire maggiore certezza legale agli investitori.
In termini di qualità regolatoria, le regioni spagnole si posizionano meglio, secondo l’European Quality of Government Index. Anche se la centralizzazione italiana consente procedure aziendali leggermente più rapide, le imprese spagnole beneficiano di costi energetici più contenuti, con un prezzo dell’elettricità di 166,6 euro/MWh rispetto ai 252,9 euro/MWh in Italia. Inoltre, il tasso di partecipazione al mercato del lavoro in Spagna si attesta all’80,2%, mentre in Italia è solo del 71,7%, evidenziando una maggiore attivazione della popolazione in età lavorativa.
Raccomandazioni per i decisori politici
La ricerca ha proposto cinque raccomandazioni chiave per migliorare la situazione. La prima è la modernizzazione amministrativa, che prevede una trasformazione digitale completa dei servizi pubblici. La seconda riguarda la prevedibilità normativa, fondamentale per garantire che le multinazionali possano investire con la certezza che i loro capitali siano protetti. La terza raccomandazione è l’armonizzazione e semplificazione legislativa per ridurre la burocrazia e rendere il mercato unico più competitivo.
In aggiunta, è necessario sviluppare un ecosistema dell’innovazione che rafforzi i legami tra istituzioni di ricerca e industria, con incentivi per la collaborazione in ricerca e sviluppo. Infine, l’attrazione di talenti internazionali deve essere facilitata attraverso procedure di visto semplificate e programmi di supporto per le comunità d’affari.
Il futuro della cooperazione tra Italia e Spagna
La ricerca sottolinea l’importanza di un Mercato Unico più forte e di una collaborazione più profonda tra i Paesi europei per garantire la prosperità collettiva. Enrico Letta, Dean della Ie School of Politics, Economics and Global Affairs presso la Ie University di Madrid, ha concluso affermando che esiste una fondamentale necessità di cooperazione tra Italia e Spagna, poiché entrambi i Paesi possono trarre vantaggio da una maggiore sinergia.