Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi, ha recentemente espresso le sue preoccupazioni riguardo alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti, che la definiscono una minaccia per l’economia globale. Durante una conferenza stampa tenutasi il 4 settembre 2025 al Senato, organizzata da Avs, Albanese ha chiarito le conseguenze di queste misure, evidenziando l’impatto economico e sociale che esse comportano.
Le sanzioni e le loro conseguenze
Albanese ha dichiarato che, a causa di un ordine esecutivo firmato dal segretario di Stato Marco Rubio, chiunque intrattenga rapporti con lei, soprattutto dal punto di vista finanziario, rischia sanzioni penali e pecuniarie che possono arrivare fino a un miliardo di dollari e a 20 anni di carcere. Questo scenario, ha spiegato, ha creato un clima di paura e isolamento attorno a lei. Un esempio eclatante che ha portato è quello di sua figlia, cittadina statunitense, che potrebbe essere arrestata per un gesto così innocuo come l’acquisto di un caffè per la madre.
Albanese ha sottolineato come queste sanzioni non solo colpiscano la sua persona, ma abbiano un effetto di intimidazione su chiunque desideri interagire con lei. La relatrice ha affermato che la situazione attuale non deriva da una mancanza di fiducia, ma piuttosto dall’atteggiamento minaccioso dell’amministrazione statunitense.
Critiche all’amministrazione statunitense
Durante la conferenza, Albanese ha anche criticato l’amministrazione statunitense per aver preso di mira la Corte Penale Internazionale, accusandola di mettere in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti. Secondo la relatrice, queste affermazioni sono infondate e rappresentano un attacco diretto non solo a lei, ma anche all’intero sistema delle Nazioni Unite. “L’attacco a me è un attacco alle Nazioni Unite”, ha concluso Albanese, evidenziando la gravità della situazione e la necessità di una riflessione più profonda sulle implicazioni di tali sanzioni.
La conferenza ha messo in luce un tema di grande rilevanza nel contesto delle relazioni internazionali e dei diritti umani, sottolineando come le misure punitive possano avere ripercussioni ben oltre il singolo individuo, influenzando anche le dynamiche familiari e sociali. La voce di Francesca Albanese si unisce a quella di molti altri che chiedono un approccio più umano e giusto nelle politiche internazionali.