Emicrania, un paziente su dieci si sente ‘incompreso’: la malattia arriva a Venezia

Lorenzo Di Bari

Settembre 4, 2025

Il mal di testa, in particolare l’emicrania, rappresenta un significativo problema di salute in Italia, coinvolgendo oltre 6 milioni di individui, con un’incidenza tre volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Nonostante la sua ampia diffusione, la condizione è spesso sottovalutata dalla società. Una ricerca ha rivelato che 1 paziente su 10 avverte una mancanza di comprensione da parte di familiari, amici e colleghi riguardo alla propria sofferenza. Per sensibilizzare su questo tema, è stato presentato oggi, 4 settembre 2025, in anteprima al Lido di Venezia, il docufilm “Una vita a metà“. La proiezione avviene all’interno della Mostra internazionale d’arte cinematografica, presso Villa powered by Giffoni Hub, un progetto realizzato grazie alla collaborazione tra Giffoni Innovation Hub e Giornate degli autori.

Il docufilm e le sue testimonianze

“Una vita a metà” è un’opera che raccoglie le storie di chi vive quotidianamente con l’emicrania, un disturbo che ha un impatto profondo sulla vita lavorativa e relazionale. La pellicola, scritta da Donatella Romani e diretta da Roberto Amato, si avvale di testimonianze significative, tra cui quelle di Saverio Raimondo, noto stand-up comedian, Matteo Sartori, atleta olimpico di canottaggio, e Monica Guerzoni, giornalista del “Corriere della Sera“. La presenza di Francesca Cavallin arricchisce ulteriormente il racconto, portando la sua esperienza personale con l’emicrania. Il progetto ha ricevuto un contributo non condizionante da AbbVie S.r.l e ha visto la collaborazione di Fondazione Cirna EtsAlleanza cefalalgici Al.Ce., con il patrocinio di Fondazione Onda Ets e delle società scientifiche Sin, Aic e Sisc.

La visione dei medici sull’emicrania

Piero Barbanti, specialista in neurologia presso l’Irccs San Raffaele di Roma, sottolinea che l’emicrania non deve essere considerata un disturbo temporaneo o una scusa per evitare impegni. Si tratta di una patologia neurologica seria, caratterizzata da attacchi ricorrenti di cefalea, spesso accompagnati da sintomi come nausea e sensibilità alla luce. Secondo le autorità sanitarie internazionali, l’emicrania è la seconda condizione più diffusa e invalidante a livello globale. Barbanti evidenzia l’importanza di motivare i pazienti e di far loro comprendere che oggi esistono farmaci specifici per il trattamento della malattia, che fino a un decennio fa non erano disponibili.

Cristina Tassorelli, ordinario di neurologia presso l’Università degli Studi di Pavia, spiega che l’emicrania può essere gestita attraverso terapie d’attacco e preventive. Le prime consistono nell’assunzione di farmaci al bisogno per alleviare il dolore durante un attacco, mentre le seconde mirano a prevenire gli attacchi stessi. Negli ultimi anni, le infiltrazioni di tossina botulinica hanno mostrato risultati promettenti nel trattamento dell’emicrania cronica, insieme allo sviluppo di nuovi farmaci specifici che agiscono sui mediatori nervosi coinvolti nella trasmissione del dolore.

I risvolti sociali e le esperienze dei pazienti

Alessandra Sorrentino, presidente di Al.Ce., mette in evidenza come l’emicrania possa trasformarsi in un’esperienza devastante per alcuni, paragonandola a una “ladra di tempo e di vita“. Il dolore può essere così intenso da costringere le persone a isolarsi in ambienti bui e silenziosi, con ripercussioni significative sulle loro routine quotidiane e relazioni sociali. Sorrentino spera che il docufilm contribuisca a sensibilizzare il pubblico sull’importanza di riconoscere e comprendere la gravità dell’emicrania.

Simona Guerzoni, responsabile del Centro cefalee e abuso di farmaci presso il Policlinico di Modena, sottolinea l’importanza della collaborazione tra medici e pazienti nella gestione della condizione. Molti pazienti giungono con esperienze di abuso di farmaci e una perdita di fiducia, necessitando di un approccio rinnovato che migliori la loro qualità di vita. L’innovazione terapeutica offre nuove possibilità, e il dialogo tra medico e paziente deve mirare a una vita senza emicrania fin dal primo incontro.

Simona Sacco, ordinaria di neurologia all’Università degli Studi dell’Aquila, evidenzia che, nonostante i progressi nella comprensione dell’emicrania, l’assenza di un biomarcatore oggettivo per la diagnosi rimane una sfida. La scoperta di un biomarcatore potrebbe fornire legittimità ai pazienti e migliorare l’appropriatezza delle terapie.

Il messaggio finale del docufilm

I creatori del docufilm, Romani e Amato, esprimono quanto sia stato potente e toccante incontrare i protagonisti delle loro storie. Queste esperienze rivelano che è possibile trovare un equilibrio tra la sofferenza e la vita quotidiana. La speranza è che “Una vita a metà” possa cambiare la percezione della malattia, mostrando la vera essenza di chi vive con l’emicrania, spesso considerata erroneamente come un semplice mal di testa.

Irma Cordella, Corporate Affairs Director di AbbVie Italia, conclude enfatizzando l’importanza di aumentare la consapevolezza sull’impatto dell’emicrania nella vita di chi ne soffre, attraverso un linguaggio accessibile e una narrazione che parta dall’esperienza dei pazienti e dei clinici.

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