Il club Plastic di Milano ha ufficialmente chiuso i battenti, segnando la fine di un’era che ha caratterizzato la nightlife della città . Con un annuncio pubblicato sui social nella notte del 4 settembre 2025, il celebre locale di via Gargano ha confermato le voci che circolavano già da giorni. La chiusura è avvenuta dopo l’ultima serata, tenutasi il 28 giugno 2025, e rappresenta un evento di grande rilevanza per la cultura musicale e sociale milanese.
Un’istituzione della nightlife milanese
Il Plastic non è un semplice club, ma un vero e proprio simbolo della cultura alternativa di Milano. Fondato nel 1980 da Lucio Nisi, scomparso nel 2019, e Nicola Guiducci, il locale ha accolto artisti e celebrità di fama mondiale, tra cui Andy Warhol, Madonna, Keith Haring e Grace Jones. Il club ha rappresentato un crocevia di creatività e innovazione, diventando un punto di riferimento per musicisti, stilisti e appassionati di arte. Negli oltre quarant’anni di attività , il Plastic ha saputo mantenere viva la sua essenza, offrendo uno spazio dove la musica elettronica e le performance artistiche si sono fuse in un’unica esperienza di intrattenimento.
Dopo il trasferimento dalla storica sede di Viale Umbria nel 2012 a via Gargano 15, il club ha continuato a prosperare, contribuendo a rendere Milano una delle capitali europee della nightlife, al pari di Berlino e Londra. La sua pista da ballo non era solo un luogo di svago, ma un palcoscenico per talenti emergenti e un laboratorio per nuove tendenze culturali.
Un cambiamento epocale per la cittÃ
La decisione di chiudere il Plastic arriva in un momento di grande trasformazione per Milano. Pochi giorni prima, il noto spazio culturale Leoncavallo era stato sgomberato, segnando un trend preoccupante per gli spazi underground della città . Molti storici frequentatori del Plastic hanno espresso il loro dispiacere, sottolineando come la chiusura di questo locale segni non solo la fine di un punto di riferimento, ma anche la chiusura di un capitolo fondamentale nella storia della nightlife milanese. “Per 40 anni le mie notti più vere”, ha commentato uno dei tanti affezionati, evidenziando il valore autentico e creativo che il club ha rappresentato.
Con la scomparsa del Plastic, si pone la questione su chi sarà in grado di raccogliere l’eredità di un locale che ha influenzato e anticipato mode, tendenze e suoni che hanno poi conquistato il mainstream. La chiusura di questo storico club non è solo un evento isolato, ma parte di un fenomeno più ampio che vede una crescente omologazione della nightlife milanese, a discapito di spazi che hanno sempre promosso libertà espressiva e apertura mentale.
Il futuro della cultura del clubbing a Milano
La chiusura del Plastic rappresenta un momento critico per il futuro della cultura del clubbing a Milano. Con la trasformazione della città e la perdita di spazi storici, emerge la necessità di riflessioni profonde su come preservare e valorizzare le esperienze autentiche e creative che hanno caratterizzato la nightlife. La domanda è se nuovi spazi sapranno emergere per mantenere viva la tradizione di innovazione e sperimentazione che il Plastic ha incarnato per oltre quattro decenni.
La comunità milanese deve ora affrontare la sfida di promuovere iniziative che incoraggino la creatività e la diversità culturale, affinché la città continui a essere un punto di riferimento per artisti e sognatori. La chiusura del Plastic non segna solo la fine di un locale, ma l’inizio di una riflessione collettiva su ciò che significa vivere la notte a Milano, in un contesto sempre più globalizzato e omologato.