Studio rivela nuovi dati sull’efficacia del vericiguat nell’insufficienza cardiaca

Lorenzo Di Bari

Settembre 3, 2025

Nuove evidenze cliniche presentate da Bayer durante il Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC 2025), svoltosi a Madrid dal 2 al 5 settembre, mettono in luce l’efficacia del farmaco vericiguat nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca a frazione di eiezione ridotta (HFrEF), suddivisi in diverse categorie di rischio. Questi dati derivano dagli studi di fase 3 Victoria e Victor, che analizzano rispettivamente pazienti con condizioni più gravi e recentemente ospedalizzati e pazienti ambulatoriali più stabili.

Studio Victor: risultati promettenti

Il trial di fase 3 Victor ha esaminato l’efficacia di vericiguat in una popolazione di pazienti stabili con HFrEF, privi di recenti episodi di scompenso. Nonostante l’endpoint primario, che prevedeva il ricovero per insufficienza cardiaca o morte cardiovascolare, non sia stato raggiunto, i risultati sono incoraggianti. Nel gruppo trattato con vericiguat, rispetto al placebo, si è osservata una riduzione significativa degli eventi legati all’endpoint secondario chiave, che include la morte cardiovascolare (hazard ratio: 0,83; IC 95%: 0,71-0,97) e la mortalità per tutte le cause (hazard ratio: 0,84; IC 95%: 0,74-0,97). Il profilo di sicurezza di vericiguat si è mantenuto coerente con quanto evidenziato in studi precedenti. La sperimentazione si è svolta in un contesto clinico avanzato, con un’alta aderenza al trattamento standard, comprendente l’uso combinato di quattro classi di farmaci raccomandati dalle linee guida per migliorare la prognosi nei pazienti con HFrEF. La maggior parte dei partecipanti era clinicamente stabile: l’83% riceveva almeno tre di queste terapie e il 47,5% non aveva mai avuto precedenti ricoveri per insufficienza cardiaca.

Il parere degli esperti

Michele Senni, direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’ASST Papa Giovanni XXIII e professore all’Università degli Studi di Milano Bicocca, ha commentato l’importanza di questi risultati. Senni ha sottolineato che i pazienti coinvolti nello studio Victor erano stabili e ben trattati, con una severità di scompenso relativamente lieve. Questo ha portato a un numero limitato di eventi di peggioramento, come ricoveri o somministrazioni endovenose di diuretici. Tuttavia, si è registrata una riduzione significativa sia della mortalità cardiovascolare che della mortalità totale. Senni ha affermato che, in una condizione grave come lo scompenso cardiaco, i dati sulla mortalità rappresentano un importante successo terapeutico. La pooled analysis dei due trial, Victoria e Victor, ha dimostrato un beneficio consistente nella riduzione dei peggioramenti dello scompenso e nella mortalità cardiovascolare, suggerendo che vericiguat può rappresentare una terapia efficace attraverso l’intero spettro di rischio clinico.

Analisi combinata degli studi

L’analisi pre-specificata dei dati degli studi Victoria e Victor fornisce una visione complessiva dell’efficacia di vericiguat nell’ambito dell’HFrEF. Considerando sia i pazienti con recenti episodi di scompenso che quelli più stabili, questa analisi consente una valutazione più completa rispetto ai singoli trial. I risultati indicano che il farmaco riduce significativamente il rischio di eventi avversi, con un hazard ratio di 0,91 (IC 95%: 0,85-0,98; p nominale = 0,009) per l’endpoint primario, che comprende morte cardiovascolare o ricovero per scompenso cardiaco. Inoltre, sono stati osservati ulteriori benefici clinici, come una riduzione dell’11% del rischio di morte cardiovascolare (hazard ratio: 0,89; IC 95%: 0,80-0,98; p nominale = 0,02) e una diminuzione del 10% della mortalità per tutte le cause (hazard ratio: 0,90; IC 95%: 0,82–0,99; p nominale = 0,03).

Il trial Victoria e l’approvazione del farmaco

Nel trial registrativo di fase 3 Victoria, vericiguat è stato studiato in una popolazione di pazienti ad alto rischio, con HFrEF e recenti episodi di scompenso. I risultati hanno evidenziato che il farmaco, in aggiunta alla terapia medica ottimizzata, ha ridotto significativamente il rischio assoluto dell’endpoint primario di 4,2 eventi per 100 pazienti/anno rispetto al placebo. A seguito di questi risultati, vericiguat è stato approvato per il trattamento di pazienti con HFrEF che hanno avuto recenti episodi di peggioramento clinico. Il farmaco si rivolge a pazienti ad alto rischio di nuovi eventi, anche se già in trattamento con le terapie raccomandate dalle linee guida.

Profilo di sicurezza e gestione della terapia

Bayer ha evidenziato che, come dimostrato nei due studi di fase 3, vericiguat presenta un profilo di sicurezza generalmente favorevole e risulta ben tollerato dai pazienti con insufficienza cardiaca a frazione di eiezione ridotta. La terapia può essere introdotta e gestita con un monitoraggio clinico limitato, senza osservare una riduzione eccessiva della pressione arteriosa sistolica rispetto al placebo. La dose iniziale raccomandata è di 2,5 mg una volta al giorno, con un incremento graduale fino alla dose di mantenimento di 10 mg, se ben tollerata. Inoltre, lo studio Velocity ha dimostrato che l’inizio del trattamento con vericiguat a 5 mg è ben tollerato e consente di ridurre i passaggi di titolazione, facilitando il raggiungimento più rapido della dose target. I risultati sono stati presentati per approvazione alle autorità regolatorie dell’Unione Europea.

I dati mostrano che i pazienti con HFrEF che hanno recentemente subito un episodio di scompenso continuano a presentare un elevato rischio residuo. A un anno dalla dimissione, il 73% di questi pazienti affronta una riospedalizzazione o la morte, evidenziando l’urgenza di ottimizzare ulteriormente la gestione terapeutica per migliorare gli esiti clinici e ridurre il carico della malattia.

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