Siti sessisti: la Procura di Roma avvia un’inchiesta su ‘Phica’ e ‘Mia moglie’

Marianna Ritini

Settembre 3, 2025

I magistrati della Procura di Roma stanno intensificando le indagini su un caso che ha sollevato un ampio dibattito sociale. A seguito delle informazioni fornite dalla Polizia postale riguardanti il sito web Phica, i pubblici ministeri potrebbero integrare le evidenze nel fascicolo già aperto relativo al gruppo Facebook Mia moglie, entrambi coinvolti nella diffusione illecita di immagini di donne senza consenso.

Il 3 settembre 2025, alle ore 13:51, è emerso che la Procura di Roma sta avviando una maxi inchiesta per affrontare la questione delle foto di donne, incluse attrici e politiche, pubblicate online con commenti denigratori. L’obiettivo è quello di combattere la diffusione di contenuti che violano la dignità delle persone coinvolte.

Le indagini sul gruppo Facebook

I pubblici ministeri romani, sotto la direzione del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, hanno già avviato un’indagine sul gruppo Facebook Mia moglie, accusato di revenge porn. La Polizia postale ha fornito informazioni cruciali che potrebbero rivelarsi decisive per il prosieguo delle indagini. Le autorità stanno esaminando attentamente il materiale raccolto per determinare la portata delle violazioni e identificare i responsabili.

Il gruppo Facebook è stato oggetto di critiche per la pubblicazione di contenuti inappropriati, che hanno suscitato l’indignazione dell’opinione pubblica. La Procura di Roma è determinata a perseguire i colpevoli e a garantire che le vittime ricevano giustizia. La questione è diventata un tema caldo, attirando l’attenzione di media e attivisti per i diritti delle donne.

La chiusura del sito Phica

Il sito Phica ha recentemente cessato le sue operazioni, dichiarando di aver rimosso “tutto ciò che è stato fatto di sbagliato”. L’amministratore del sito, Vittorio Vitiello, 45enne originario di Pompei e residente a Scandicci, è sotto la lente d’ingrandimento delle autorità. La sua figura è centrale nelle indagini, poiché si sospetta che sia coinvolto nella gestione e nella monetizzazione dei contenuti illeciti.

Le indagini hanno rivelato che il dominio Phica esiste da oltre venti anni, come evidenziato dall’analisi condotta dall’esperto di cyberintelligence Alex Orlowsky. Secondo Orlowsky, il sito era gestito da una rete di soggetti e società che operano nel settore della pornografia amatoriale. L’analista ha sottolineato che la monetizzazione dei contenuti illegali rappresenta un aspetto cruciale delle indagini in corso.

Le dichiarazioni degli esperti

Alex Orlowsky ha fornito un quadro dettagliato della situazione, affermando che le persone coinvolte nella monetizzazione dei contenuti su Phica sono esperti del settore, che hanno evoluto le loro attività da DVD pornografici a piattaforme online. La gravità della situazione è accentuata dalla natura illegale delle pratiche adottate, che hanno portato a un’ampia diffusione di contenuti non autorizzati.

Le indagini della Procura di Roma mirano a garantire che le vittime di queste violazioni ricevano giustizia e che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Il caso ha suscitato un’ampia attenzione mediatica e un acceso dibattito sulla necessità di proteggere i diritti delle donne e di combattere la cultura del silenzio e della violenza online.

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