La notorietà di Andrea Camilleri, celebre scrittore siciliano, è ben radicata nel cuore degli italiani, con l’85% della popolazione che ne conosce il nome. Questo riconoscimento è particolarmente significativo in vista del centenario della sua nascita, che si celebra il 6 settembre 2025. La popolarità di Camilleri è attribuibile principalmente ai film e alle serie televisive, che hanno catturato l’attenzione del 62% degli intervistati, mentre il 40% lo riconosce per le sue opere letterarie.
La ricerca su Camilleri e il dialetto
Un’indagine condotta da Audible, parte di Amazon, ha rivelato che il 12% degli italiani menziona spontaneamente Andrea Camilleri quando si parla di autori dialettali. Altri nomi noti del Novecento, come Trilussa e Eduardo de Filippo, seguono rispettivamente con il 20% e l’11%. La ricerca, realizzata da Excellera Intelligence su un campione di 1.200 persone, analizza l’impatto del dialetto nella cultura italiana in occasione del centenario dell’autore.
Audible ha recentemente lanciato 30 audiolibri dedicati a Camilleri e ha organizzato eventi come la maratona di ascolto al Salone del Libro di Torino, coinvolgendo attori come Donatella Finocchiaro e Ninni Bruschetta. La campagna mira a esaminare la lingua camilleriana e il valore del dialetto nel contesto italiano, evidenziando come gli audiolibri possano facilitare la comprensione di testi dialettali.
Il ruolo del dialetto nella cultura italiana
L’86% degli intervistati ritiene che la riscoperta del dialetto e la valorizzazione della cultura regionale possano avvenire anche attraverso gli audiolibri. Il 64% degli italiani crede che questi strumenti possano aiutare a comprendere meglio i contenuti dialettali. Nonostante l’attuale limitato utilizzo di strumenti digitali e audiolibri per riscoprire il dialetto, circa due terzi degli italiani si mostrano aperti a queste nuove modalità. L’interesse si concentra principalmente su racconti, fiabe, poesie e romanzi in dialetto, che attraggono il 60% del campione.
La maggior parte degli intervistati (89%) considera il dialetto un elemento fondamentale della cultura italiana e il 79% lo vede come un mezzo per collegare le diverse generazioni. Solo il 15% lo considera superato, ma il 46% degli italiani percepisce che il dialetto sia parlato principalmente dagli anziani.
Usi e percezioni del dialetto
Gli italiani concordano con Camilleri nel definire il dialetto come la “lingua del cuore”, utilizzata in contesti familiari e informali. Due terzi degli intervistati affermano di usare il dialetto in situazioni legate alla famiglia (55%) e agli amici (49%), per esprimere emozioni forti (34%) o per comunicare in modo divertente (42%).
Tuttavia, nonostante il riconoscimento del valore emotivo del dialetto, solo il 3-4% del campione fruisce regolarmente di contenuti in dialetto. La fruizione occasionale si attesta al 19% per la lettura e al 33% per la visione. Le ragioni principali per cui gli italiani non utilizzano il dialetto includono la mancanza di conoscenza e l’insicurezza nell’uso, che porta a preferire l’italiano. Inoltre, molti non si sentono rappresentati culturalmente, a causa dell’assenza di interlocutori nella loro cerchia sociale.
Conoscenza del dialetto tra le generazioni
La ricerca mostra che la conoscenza del dialetto della propria regione è più diffusa rispetto all’inglese, con un voto medio nazionale di 6,3 per il dialetto contro 5,6 per l’inglese. I giovani tendono a valutare meglio l’inglese (6,9) rispetto al dialetto (5,9), mentre con l’età aumenta la familiarità con il dialetto (6,7) rispetto all’inglese (4,6).
Nel Nord Ovest d’Italia, la conoscenza del dialetto è più bassa (5,5) rispetto all’inglese (5,8). Tuttavia, nel Nord Est, nel Centro e nel Sud, il dialetto è valutato più positivamente rispetto all’inglese. Infine, i dialetti più apprezzati dagli italiani includono il romano (39%), il napoletano (38%), i dialetti toscani (31%), il siciliano (24%) e il romagnolo (22%).