Le famiglie degli ostaggi hanno lanciato un appello per una manifestazione di massa, prevista per oggi, 1° settembre 2025, in occasione del 700° giorno del conflitto in corso a Gaza. L’evento si svolgerà davanti alla residenza del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. Le famiglie hanno dichiarato che organizzeranno veglie di protesta e raduni, chiedendo la fine delle ostilità e la liberazione di tutti gli ostaggi.
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la sua convinzione che Hamas possa essere sconfitto in due settimane. Secondo quanto riportato dall’emittente israeliana Channel 12, Trump sta esercitando pressioni su Netanyahu affinché raggiunga questo obiettivo, in seguito alla sua crescente sfiducia nei colloqui per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Fonti anonime affermano che tale pressione ha indotto Netanyahu a considerare un piano per l’occupazione di Gaza City, nonostante le obiezioni da parte dei funzionari della sicurezza israeliana. Trump ha anche affermato di aver completato la sua missione per liberare il maggior numero possibile di ostaggi, incluso l’americano-israeliano Edan Alexander, avvenuto a maggio. Tuttavia, in privato, Trump ha riconosciuto che Hamas potrebbe trattenere alcuni ostaggi come garanzia per la propria sopravvivenza.
Uccisione del portavoce di Hamas
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha confermato l’uccisione di Abu Obeida, portavoce delle Brigate Qassam di Hamas, in un attacco avvenuto nella parte occidentale di Gaza City. Katz ha comunicato su X che Obeida è stato “eliminato” e descritto come un rappresentante del terrorismo di Hamas. Ha anche espresso congratulazioni alle forze di difesa israeliane (IDF) e al servizio di sicurezza Shin Bet per l’operazione che ha portato alla sua uccisione. Katz ha avvertito che, con l’intensificarsi delle operazioni a Gaza, molti altri membri di Hamas potrebbero seguire lo stesso destino.
Arresti in Yemen da parte degli Houthi
Nello Yemen, i miliziani Houthi hanno arrestato almeno undici dipendenti del World Food Programme (WFP) durante un’irruzione nella sede dell’agenzia delle Nazioni Unite a Sana’a. Hans Grundberg, inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen, ha condannato fermamente questi arresti arbitrari e l’irruzione nei locali delle Nazioni Unite. Ha chiesto il rilascio immediato e senza condizioni dei membri del personale detenuti, sottolineando l’importanza di garantire la sicurezza e la libertà di movimento per gli operatori umanitari nel paese.
La situazione in Yemen continua a essere critica, con le organizzazioni internazionali che lottano per fornire aiuti umanitari in un contesto di crescente instabilità e violenza.
