“Hamas rifiuta il presunto piano di Trump: ‘Gaza non è in vendita’”

Franco Fogli

Settembre 1, 2025

Bassem Naim, esponente di spicco dell’ufficio politico di Hamas, ha categoricamente rifiutato le proposte avanzate dall’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump riguardo alla gestione della Striscia di Gaza. Le dichiarazioni di Naim sono state rilasciate il 1° settembre 2025 e hanno destato notevole attenzione mediatica. Secondo quanto riportato da Al Arabiya, il piano in discussione prevede un controllo temporaneo della Striscia da parte degli Stati Uniti, con l’intento di trasformarla in un centro turistico e tecnologico.

Le dichiarazioni di Naim

“Gaza non è in vendita”, ha affermato Naim, sottolineando la ferma opposizione del suo movimento a qualsiasi tentativo di trasferimento della popolazione locale. Il piano, secondo il Washington Post, prevede la creazione di un “trusteeship” americano per un periodo di almeno dieci anni, durante il quale si prevede di incentivare lo sviluppo economico e turistico della regione. Tuttavia, Naim ha espresso preoccupazione per il fatto che tali misure possano essere interpretate come un tentativo di “strappare il territorio al suo popolo legittimo”.

Un funzionario anonimo di Hamas ha ulteriormente criticato il progetto, definendolo “privo di valore e ingiusto”, e ha dichiarato che la comunità palestinese non accetterà piani che abbandonano il proprio popolo e continuano a mantenere l’occupazione.

La situazione umanitaria a Gaza

Il ministero della Salute di Gaza, che opera sotto la giurisdizione di Hamas, ha reso noto che, nell’ultimo giorno, nove palestinesi, tra cui tre minorenni, sono morti a causa della fame e della malnutrizione. I dati riportati indicano che dall’inizio del conflitto, avvenuto il 7 ottobre 2023, sono state registrate 348 morti per fame nella Striscia, di cui 127 riguardano minorenni.

In aggiunta, il ministero ha evidenziato che, dopo la dichiarazione di carestia emessa la scorsa settimana dalla Classificazione integrata della sicurezza alimentare (Ipc), 70 persone hanno perso la vita a causa della fame, tra cui 12 minorenni. La drammatica situazione alimentare nella regione sta attirando l’attenzione della comunità internazionale, con richieste crescenti di intervento umanitario e assistenza per la popolazione colpita.

La questione del piano statunitense e la crisi umanitaria in corso continuano a generare dibattito e preoccupazione, non solo tra i palestinesi ma anche a livello globale, mentre la comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi futuri nella regione.

×