Irene Pivetti racconta le difficoltà economiche dopo la condanna e il supporto della Caritas

Franco Fogli

Agosto 28, 2025

Irene Pivetti, ex presidente della Camera, ha rilasciato dichiarazioni scioccanti in un’intervista al quotidiano “Il Giornale“, descrivendo la sua drammatica situazione personale e professionale. La Pivetti, condannata a quattro anni di carcere per evasione fiscale e autoriciclaggio, ha raccontato come la sua vita sia stata stravolta a causa di una vicenda che la vede coinvolta nella finta vendita di Ferrari in Cina e attualmente in un processo legato alla compravendita di mascherine.

Le conseguenze della condanna

Il 28 agosto 2025, Irene Pivetti ha dichiarato: “Mi hanno distrutto l’immagine, tolto la credibilità che mi ero costruita e annientata economicamente. Sequestrati tutti i conti correnti. Non mi vergogno a dire che non avevo i soldi per mangiare”. Queste parole evidenziano la gravità della situazione che ha affrontato dopo la condanna. La Pivetti ha raccontato di aver dovuto fare affidamento sulla Caritas di San Vincenzo per ricevere cibo in scatola e lattine, un’esperienza che ha segnato profondamente la sua vita.

La sua condizione economica precaria l’ha portata a cercare un nuovo inizio. Ha trovato lavoro in una cooperativa di ex detenuti chiamata Mac Servizi, dove ha iniziato come volontaria. “Inizialmente facevo le pulizie, poi mettevo in ordine. Ho iniziato come volontaria, e poi mi hanno riconosciuto uno stipendio di mille euro al mese. Quando l’ho ricevuto non potevo crederci… Finalmente avevo i soldi per mangiare”, ha affermato Pivetti, sottolineando la sua determinazione a ricostruire la propria vita.

La lotta per la verità

Nonostante le avversità, Irene Pivetti si dichiara innocente. “Sono passati cinque anni. So di non avere fatto assolutamente niente di male”, ha dichiarato con fermezza. La sua esperienza con il sistema giudiziario l’ha portata a riflettere sulla sua inefficienza, descrivendola come una “macelleria” che sembra più interessata a sacrifici umani piuttosto che alla ricerca della verità.

Alla domanda se avesse mai temuto di finire in prigione, Pivetti ha risposto: “Vedo due possibilità: una, potrei finire dentro. Ingiustamente. E devo arrivarci preparata. La seconda possibilità è che il processo non finisca mai. Potrebbe durare più della mia vita biologica. E allora ho deciso di non aspettare per tornare alla vita. Devo vivere oggi”. Queste parole evidenziano la sua resilienza e la volontà di affrontare il futuro, nonostante le incertezze legate al suo processo legale.

La storia di Irene Pivetti è un esempio di come le difficoltà personali possano trasformarsi in opportunità di rinascita e di come la lotta per la verità possa essere un viaggio lungo e complesso.

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