Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rilasciato dichiarazioni significative durante un’intervista nel podcast condotto da Patrick Bet-David, evidenziando che il massacro perpetrato da Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre 2023 “probabilmente non sarebbe avvenuto” se Donald Trump fosse stato presidente degli Stati Uniti. Queste affermazioni sono state fatte il 27 agosto 2025, mentre Netanyahu ha discusso le implicazioni della leadership americana sulla sicurezza di Israele.
Le parole di Netanyahu su Trump e l’iran
Nel corso del podcast, Netanyahu ha sottolineato il ruolo di Trump nella politica internazionale, affermando che “l’Iran sarebbe stato più cauto” se Trump fosse stato alla Casa Bianca durante il conflitto. Il primo ministro ha lodato l’ex presidente per le sanzioni imposte ai funzionari della Corte penale internazionale, affermando: “E’ questo che mi piace di lui: va dritto al punto”. Queste dichiarazioni mettono in luce le differenze percepite tra le amministrazioni Trump e Biden riguardo alla gestione delle relazioni con l’Iran e la sicurezza di Israele.
Le tensioni con l’amministrazione Biden
Netanyahu ha anche ricordato le minacce dell’amministrazione Biden di imporre un embargo sulle armi a Israele, rivelando che era stato avvertito di non procedere con l’ingresso a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. In risposta a tali avvertimenti, il primo ministro ha chiarito all’allora segretario di Stato, Antony Blinken, che “Israele combatterà con le unghie e con i denti se necessario” e che il paese avrebbe fatto “ciò che deve fare” riguardo all’operazione a Rafah.
Nonostante le tensioni, Netanyahu ha riconosciuto il supporto immediato di Biden a Israele dopo il massacro del 7 ottobre. Tuttavia, ha anche notato che l’allora presidente americano ha iniziato a cambiare approccio “mentre la guerra continuava a progredire e la denigrazione di Israele aumentava nei media”.
Il contesto del conflitto attuale
La situazione in Israele e Gaza rimane critica. Le dichiarazioni di Netanyahu giungono in un momento in cui le forze israeliane continuano la loro offensiva contro Hamas, mentre la popolazione civile di Gaza affronta gravi difficoltà . Le manifestazioni a Tel Aviv, con circa 350.000 persone in piazza per chiedere il rilascio degli ostaggi, evidenziano la tensione sociale in Israele.
In questo contesto, le azioni e le dichiarazioni dei leader politici sono seguite con attenzione, poiché le scelte strategiche e diplomatiche possono avere ripercussioni significative sulla stabilità della regione. Il conflitto, che ha già causato un numero elevato di vittime e sofferenze, continua a essere al centro dell’attenzione internazionale e delle discussioni politiche.