Melanoma oculare: oltre 600 pazienti trattati con protonterapia al Cnao

Franco Fogli

Agosto 27, 2025

Sono oltre 600 i pazienti che hanno ricevuto trattamenti per il melanoma oculare presso il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) di Pavia, utilizzando la protonterapia, una forma avanzata di radioterapia con protoni. Questa struttura, che rappresenta un punto di riferimento nazionale e uno dei 15 centri al mondo specializzati in questo tipo di trattamento, ha dimostrato un’efficacia del 95% nel controllo locale della malattia a cinque anni, secondo quanto riportato da una nota ufficiale. La protonterapia si distingue per la sua capacità di evitare l’asportazione chirurgica dell’occhio, permettendo ai pazienti di mantenere una qualità di vita soddisfacente, un aspetto cruciale considerando la natura aggressiva del melanoma oculare, che ha un alto rischio di metastasi, in particolare al fegato.

Il melanoma oculare: caratteristiche e incidenza

Il melanoma oculare è definito da Maria Rosaria Fiore, medico radioterapista e referente di patologia al CNAO, come il tumore raro più comune negli adulti. Questo tipo di cancro origina dai melanociti localizzati nel tratto uveale, in particolare nella coroide, che è la sede più frequentemente colpita, responsabile del 90% dei melanomi uveali. La patologia tende a manifestarsi prevalentemente in individui di età compresa tra i 50 e i 70 anni, con circa 400 nuove diagnosi all’anno in Italia. Spesso, il melanoma uveale viene scoperto casualmente durante esami oculari di routine, poiché i pazienti sono generalmente asintomatici. I segnali più comuni includono visione offuscata, lampi di luce, difetti nel campo visivo e, in rari casi, dolore oculare. La compromissione della vista si verifica principalmente quando il tumore raggiunge dimensioni significative o si trova vicino al nervo ottico.

Trattamenti storici e innovazioni nella protonterapia

Tradizionalmente, il trattamento del melanoma uveale prevedeva l’enucleazione, ovvero la rimozione chirurgica dell’occhio. Tuttavia, a partire dagli anni ’70, è emersa la necessità di esplorare approcci più conservativi, dato che l’efficacia della chirurgia nel prevenire le metastasi era stata messa in discussione. La protonterapia ha rappresentato una svolta significativa in questo contesto. Il primo paziente al mondo è stato trattato con questa tecnica negli Stati Uniti nel 1975. Da allora, numerosi studi hanno dimostrato che la protonterapia non solo è un’alternativa valida all’enucleazione, ma offre risultati comparabili in termini di controllo locale della malattia, permettendo di preservare l’occhio e, in molti casi, la funzionalità visiva.

Come funziona la protonterapia al CNAO

Gianluca Vago, presidente del CNAO e direttore del dipartimento di Oncologia e Oncoematologia dell’Università degli Studi di Milano, spiega che la protonterapia consente di ottimizzare la dose di radiazioni somministrata al tumore, riducendo al minimo l’esposizione dei tessuti sani circostanti e limitando gli effetti collaterali a lungo termine. Questa tecnica è particolarmente vantaggiosa per il melanoma oculare, data la sua posizione delicata. Prima del 2016, i pazienti italiani dovevano recarsi all’estero per ricevere cure adeguate. Il CNAO ha implementato un fascio di protoni con scanning attivo, che consente una direzione precisa del trattamento sulla massa tumorale.

Collaborazione multidisciplinare e percorsi terapeutici

Il trattamento del melanoma oculare presso il CNAO è frutto di una stretta collaborazione tra diverse figure professionali, tra cui oculisti, radioterapisti, fisici medici e bioingegneri. Il percorso terapeutico inizia con una diagnosi clinica effettuata da un oculista esperto in un centro di oftalmologia di riferimento. La conferma diagnostica è fondamentale e deve avvenire in centri specializzati. Il CNAO collabora con istituzioni di eccellenza come la Divisione di Oculistica Oncologica degli Ospedali Galliera di Genova e l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

La Fondazione IRCCS INT di Milano, con una struttura dedicata alla chirurgia oncologica oculare, assicura che ogni fase del trattamento sia seguita con attenzione, dalla diagnosi alle terapie sistemiche. Il paziente, dopo un intervento chirurgico per l’applicazione di clips in tantalio che delimitano l’area del tumore, viene inviato al CNAO per la protonterapia. Questo approccio multidisciplinare ha già visto oltre 400 pazienti trattati con successo.

Preparazione al trattamento e tecnologia avanzata

Le procedure di preparazione per il trattamento con protoni presso il CNAO includono una TAC di centratura e l’uso di una maschera di immobilizzazione personalizzata. Durante la pianificazione del trattamento, viene utilizzato un sistema di tracciamento degli occhi che consente di monitorare e stabilizzare la direzione dello sguardo del paziente. Questa tecnologia, sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Milano, garantisce un’accuratezza elevata durante l’irradiazione. Il trattamento si svolge in quattro giorni consecutivi, con un attento monitoraggio della posizione dell’occhio. Dopo la protonterapia, il paziente continua il suo percorso di cura presso l’Istituto Nazionale dei Tumori, con visite di controllo programmate.

La prevenzione del melanoma oculare è cruciale e comprende controlli regolari, specialmente per le persone con fattori di rischio ereditari. La visita oculistica annuale è raccomandata a partire dai 40 anni per garantire una diagnosi precoce e un trattamento efficace.

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