Gaza, Netanyahu esclude una tregua: prosegue l’offensiva. A Tel Aviv 350mila manifestano per gli ostaggi

Lorenzo Di Bari

Agosto 27, 2025

A Tel Aviv, il 3 febbraio 2025, circa 350.000 persone hanno partecipato a una manifestazione per richiedere un accordo che possa garantire la liberazione degli **ostaggi** nella **Striscia di Gaza**. L’attore israeliano **Lior Ashkenazi**, presente sul palco, ha definito la protesta come “la lotta più **morale** e **umanitaria** che ci sia”, esortando i partecipanti a continuare la **mobilitazione**: “Non siamo più disposti a essere educati, basta!”. La **polizia** non ha fornito cifre ufficiali sulla partecipazione, ma gli **organizzatori** hanno sottolineato che un evento simile, tenutosi il 17 agosto 2024, aveva visto la presenza di circa 500.000 persone.

Netanyahu conferma l’offensiva a Gaza

Il primo ministro israeliano, **Benjamin Netanyahu**, durante un evento celebrativo in **Cisgiordania** per l’inaugurazione di 17 nuovi **insediamenti**, ha dichiarato che “siamo sulla strada della **vittoria**” e ha ribadito l’intenzione di proseguire l’offensiva a **Gaza**. “Non lasceremo lì questi **mostri**”, ha affermato, promettendo il **rilascio** di tutti gli ostaggi e assicurando che Gaza non rappresenterà più una **minaccia** per **Israele**. Il **gabinetto** di sicurezza israeliano, riunitosi recentemente, non ha discusso la proposta di **tregua** di 60 giorni avanzata da **Hamas**. Secondo **Channel 12**, l’incontro, durato meno di tre ore, è stato anticipato per consentire ai **ministri** di partecipare a una cena a **Gerusalemme**.

Nel frattempo, le **forze** israeliane continuano a intensificare le operazioni a **Gaza City**, utilizzando **carri armati** e **aerei** da guerra per colpire le **strutture militari** di **Hamas**. **Al Jazeera** ha riportato che l’uso dell’**artiglieria** è aumentato notevolmente, causando ingenti danni alle **infrastrutture civili** e lasciando le **famiglie** senza un luogo sicuro dove rifugiarsi. Le conseguenze di questa **escalation militare** sono devastanti, con case, scuole e **ospedali** gravemente danneggiati.

Attacco all’ospedale Nasser

Il 2 febbraio 2025, l’**esercito** israeliano ha annunciato di aver ucciso sei membri di **Hamas** in un attacco mirato all’**ospedale Nasser** di **Khan Younis**. Secondo le **fonti militari**, l’operazione è stata condotta per neutralizzare un **dispositivo** di sorveglianza utilizzato dai militanti per monitorare i movimenti delle **truppe israeliane**. L’esercito ha precisato che l’azione era necessaria per “rimuovere la **minaccia**” e ha sottolineato che il **capo di stato maggiore** ha autorizzato l’attacco dopo un’attenta valutazione.

Tuttavia, **Hamas** ha respinto le affermazioni israeliane, definendo le giustificazioni per l’attacco come “infondate”. In un comunicato, l’organizzazione ha accusato **Israele** di cercare di giustificare un **crimine**, negando l’esistenza di una **telecamera** collegata ai militanti e sostenendo che non ci sono prove a sostegno di tali affermazioni.

Condanna dell’Unione Europea

In seguito all’attacco, che ha causato la morte di **civili** e cinque **giornalisti**, un portavoce della **Commissione europea** ha condannato l’accaduto, definendolo “del tutto **inaccettabile**”. Durante un briefing con la stampa, ha sottolineato che la protezione di **civili** e **giornalisti** è un obbligo sancito dal **diritto internazionale**. “Ci sono state troppe vittime in questo **conflitto**. Deve finire ora”, ha dichiarato il portavoce, evidenziando la sofferenza dei **civili** a **Gaza**.

L’**Unione Europea** ha ribadito la necessità di rispettare il **diritto internazionale umanitario** e ha chiesto un’indagine approfondita sugli **attacchi**. La situazione a **Gaza** continua a essere critica, con un aumento delle richieste di **intervento internazionale**.

Richiesta di intervento urgente da parte dei diplomatici europei

Recentemente, una lettera pubblica firmata da 209 ex **ambasciatori** e alti funzionari diplomatici dell’**Unione Europea** ha chiesto un’azione urgente riguardo alla **guerra** di **Israele** a **Gaza** e alle violazioni dei **diritti umani** in **Cisgiordania**. I firmatari hanno avvertito che se l’**Unione Europea** non agirà collettivamente, gli **Stati membri** potrebbero dover adottare misure individuali per tutelare i **diritti umani** e far rispettare il **diritto internazionale**.

Tra le misure suggerite ci sono la **sospensione** delle licenze di **esportazione** di **armi** e il **divieto** di commercio di **beni** e **servizi** con **insediamenti illegali**. La lettera, che sottolinea la gravità della situazione, ha visto la partecipazione di figure di spicco come **Alain Le Roy** e **Carlo Trojan**, ex alti funzionari dell’**Unione Europea**.

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