West Nile: un 64enne di Oristano risulta positivo al virus del contagio

Marianna Ritini

Agosto 26, 2025

Un uomo di 64 anni residente nel Campidano di Oristano è stato diagnosticato positivo al virus della West Nile. Si tratta del nono caso umano di febbre del Nilo registrato nel corso del 2025 nella provincia di Oristano. La comunicazione è stata fornita dalla ASL di Oristano, che ha confermato che il paziente è attualmente ricoverato nel reparto di Neurologia dell’ospedale San Martino di Oristano e le sue condizioni di salute sono stabili. A seguito della diagnosi, il dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria, diretto da Maria Valentina Marras, ha attivato immediatamente le procedure necessarie, tra cui un’indagine epidemiologica e la delimitazione dell’area circostante l’abitazione dell’uomo per consentire un intervento di disinfestazione nel raggio di 200 metri.

Recentemente, anche altri otto pazienti, tra cui tre ultrasettantenni e un ultranovantenne, sono risultati positivi al virus. Attualmente, sei di loro sono ancora ricoverati in vari ospedali, mentre due sono stati dimessi e hanno fatto ritorno a casa. La ASL di Oristano ha sottolineato che non esiste un vaccino specifico per la febbre del Nilo e che non vi è una terapia mirata. È quindi fondamentale adottare precauzioni per evitare le punture di zanzara e prevenire la proliferazione degli insetti, eliminando i ristagni d’acqua.

Fuori pericolo la paziente di 74 anni ricoverata al Papardo di Messina

La donna di 74 anni, ricoverata la settimana scorsa nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Papardo di Messina per un’infezione da West Nile, è ufficialmente fuori pericolo. I medici hanno sciolto la prognosi. Antonio Albanese, direttore dell’Unità Operativa di Malattie infettive, ha dichiarato che la paziente, già in stato vigile da sabato, è stata sottoposta a ulteriori esami ematochimici e diagnostici che hanno escluso danni cerebrali significativi. Sebbene la donna abbia mostrato segni di miglioramento, rimane in ospedale per completare un ciclo di riabilitazione.

La paziente era giunta al pronto soccorso del Papardo il giovedì precedente, dopo aver trascorso sei giorni a casa con febbre e rigidità al collo, sintomi compatibili con un’encefalite. Gli esami sierologici e la ricerca di RNA virale nel sangue hanno confermato l’infezione da virus West Nile. La Direzione generale e la Direzione medica dell’ospedale hanno attivato tutte le procedure necessarie in conformità con le direttive ministeriali.

I campioni prelevati dalla paziente sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità per la conferma ufficiale, e il caso è stato segnalato all’Azienda Sanitaria Provinciale e all’assessorato regionale alla Salute per l’avvio di un’indagine epidemiologica. Dall’ospedale Papardo è emerso che la signora S.M. risiede in una zona infestata da zanzare e api, e gli esperti hanno esortato la popolazione a adottare misure preventive, come l’uso di repellenti, l’abbigliamento protettivo, l’installazione di zanzariere e l’eliminazione di potenziali focolai di proliferazione delle zanzare.

Le evidenze scientifiche, sia nazionali che internazionali, hanno dimostrato l’importanza di piani di sorveglianza attivi per monitorare la circolazione del vettore infetto e la sorveglianza degli uccelli selvatici, al fine di ottenere informazioni tempestive sulla diffusione del virus West Nile. La rapidità nella diagnosi si è rivelata cruciale per il trattamento e la guarigione dei pazienti colpiti.

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