Russia in crisi carburanti dopo attacchi ucraini a raffinerie: isole Kurili senza benzina

Marianna Ritini

Agosto 26, 2025

Il costo della benzina in Russia ha subito un incremento del 45% dall’inizio dell’anno 2025, un dato allarmante che ha spinto il Cremlino a vietare le esportazioni di carburante. Le autorità locali segnalano una grave crisi di approvvigionamento, in particolare nelle isole Kurili, dove i distributori sono rimasti completamente a secco a causa degli attacchi ucraini contro le raffinerie. Il presidente del distretto delle Kurili, Konstantin Istomin, ha comunicato che la vendita al pubblico di AI-92, uno dei tipi di benzina più diffusi in Russia, è stata sospesa temporaneamente per garantire il rifornimento ai mezzi speciali.

Crisi del carburante in Russia

La situazione del carburante non si limita alle isole Kurili; infatti, si registrano problemi di approvvigionamento in tutto il Paese. La regione di Primorye ha visto lunghe code davanti ai distributori, mentre restrizioni simili sono state imposte in Crimea e nel territorio di Zabaikalsky. I prezzi della benzina hanno raggiunto livelli record, aggravando la situazione per i cittadini russi.

Il governo ha introdotto misure restrittive per cercare di contenere la crisi. In particolare, nelle isole Kurili, sono stati imposti limiti sugli acquisti di carburante per ogni acquirente, mentre in altre regioni il rifornimento è diventato sempre più difficile. La scarsità di carburante è un problema che si sta diffondendo rapidamente, creando disagi significativi per gli automobilisti e i trasportatori.

Bando alle esportazioni di carburante

Il Cremlino ha ufficialmente vietato le esportazioni di carburante per tutto il mese di agosto e ha esteso il bando a settembre. Il vicepremier Aleksandr Novak ha convocato i dirigenti delle principali compagnie petrolifere per affrontare la crisi e discutere delle misure necessarie per risolvere il problema. Questo intervento è stato ritenuto fondamentale per cercare di stabilizzare il mercato interno e garantire la disponibilità di carburante per i cittadini russi.

La decisione di fermare le esportazioni è stata presa in risposta all’emergenza di rifornimento, ma ha anche sollevato preoccupazioni riguardo all’impatto economico che tale misura potrebbe avere sul mercato globale del petrolio e sulla reputazione della Russia come fornitore di energia.

Attacchi ucraini alle raffinerie

Negli ultimi giorni, sono stati segnalati attacchi mirati da parte dell’Ucraina su almeno dieci raffinerie e terminal per carburante in diverse regioni russe, tra cui Samara, Ryazan, Volgograd, Oryol e Leningrado. Questi attacchi, che hanno avuto luogo in un momento in cui il settore energetico era già sotto pressione a causa delle sanzioni occidentali, hanno ulteriormente aggravato la crisi del carburante. Secondo fonti militari di Kiev, gli attacchi hanno ridotto la capacità di raffinamento del 13-14% in Russia, danneggiando gravemente impianti chiave come la raffineria di Rosneft a Ryazan e quella di Lukoil a Volgograd.

Gli analisti americani, intervistati dal Wall Street Journal, stimano che sei delle principali raffinerie del Paese potrebbero rimanere inattive per un periodo compreso tra quattro e sei settimane. La situazione è ulteriormente complicata dall’aumento della domanda di carburante durante il periodo estivo, quando il traffico su strada cresce a causa degli spostamenti per le vacanze.

Le forze ucraine hanno intensificato la loro strategia di attacco alle raffinerie russe, utilizzando nuovi missili da crociera per colpire obiettivi strategici. Una fonte militare di Kiev ha dichiarato che l’obiettivo di questi attacchi è ridurre la capacità della Russia di finanziare la guerra, sottolineando che ogni raffineria fuori servizio rappresenta una riduzione delle risorse disponibili per il fronte.

Nel frattempo, le tensioni tra Russia e Ucraina continuano a crescere, con Kiev che accusa Mosca di nuovi attacchi con droni sul territorio ucraino. Le sirene di allerta aerea hanno suonato in diverse regioni, inclusa Sumy, dove si sono registrati feriti. La Russia, dal canto suo, ha affermato di aver abbattuto numerosi droni ucraini, mentre la guerra, in corso dal 24 febbraio 2022, continua a segnare profondamente la vita dei cittadini di entrambi i Paesi.

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