Alessia Pifferi, la perizia conferma: “Capace di intendere e volere”

Franco Fogli

Agosto 26, 2025

La vicenda di Alessia Pifferi, accusata di aver abbandonato la figlia Diana, di soli 18 mesi, per sei giorni nel luglio 2022, ha assunto nuove dimensioni a seguito di una recente perizia psichiatrica. Questo documento, presentato il 25 agosto 2025, ha rivelato che Pifferi non presenta disturbi tali da compromettere la sua capacità di intendere e di volere. La situazione ha sollevato interrogativi sulla responsabilità penale e sulle condizioni psicologiche che hanno portato a questa tragica morte.

Il contenuto della perizia psichiatrica

La perizia, redatta su incarico della Corte d’Assise d’Appello di Milano, è stata condotta da un team di esperti, tra cui il psichiatra Giacomo Francesco Filippini e la neuropsicologa Nadia Bolognini. Secondo quanto riportato, Alessia Pifferi è affetta da un disturbo del neuro-sviluppo, definito come immaturità affettiva. Questo disturbo, secondo l’avvocato di parte civile Emanuele De Mitri, non è invalidante e non ha influito negativamente sul funzionamento psicosociale della donna.

L’avvocato ha sottolineato che la perizia indica chiaramente che la condizione di Pifferi non ha compromesso la sua capacità di intendere e di volere, né durante il periodo in cui ha abbandonato la figlia, né in precedenza. La perizia ha stabilito che Pifferi era pienamente consapevole delle sue azioni e delle conseguenze che queste avrebbero potuto avere sulla vita della piccola Diana.

Le implicazioni legali e sociali

Le conclusioni della perizia hanno suscitato un dibattito acceso, non solo in ambito legale, ma anche tra l’opinione pubblica. La questione centrale riguarda se una condizione di immaturità affettiva possa essere considerata una scusante o un attenuante in un caso di tale gravità. L’assenza di eventi traumatici durante l’infanzia di Alessia Pifferi, come evidenziato dalla perizia, ha portato a interrogarsi sulla natura delle responsabilità genitoriali e su come queste possano essere influenzate da fattori psicologici.

Il legale di Pifferi ha affermato che non ci sono stati comportamenti infantili che possano aver influito sul suo comportamento da adulta, suggerendo che la responsabilità penale debba essere valutata con attenzione. Questo aspetto è cruciale, poiché la società tende a giudicare severamente i genitori che non riescono a proteggere i propri figli, e il caso di Pifferi non fa eccezione.

Il futuro del processo

Con l’emergere di queste nuove informazioni, il processo a carico di Alessia Pifferi potrebbe subire importanti sviluppi. La difesa potrebbe utilizzare la perizia per sostenere che la donna non era in grado di comprendere appieno le conseguenze delle sue azioni, mentre l’accusa dovrà dimostrare che la responsabilità di Pifferi è totale. Il dibattito legale si preannuncia complesso e ricco di sfide, con implicazioni significative per il sistema giudiziario e per la società.

Il caso di Alessia Pifferi rimane sotto i riflettori, non solo per la tragedia che ha colpito la piccola Diana, ma anche per le questioni più ampie che solleva riguardo alla salute mentale e alla responsabilità genitoriale. La corte dovrà ora decidere come procedere, tenendo conto delle evidenze presentate e delle reazioni del pubblico a questa drammatica vicenda.

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