Il vocabolario aggiorna la sua lista per includere parole offensive.

Franco Fogli

Agosto 25, 2025

Il nuovo dizionario Treccani 100 si fa portavoce di una necessità sociale sempre più avvertita: l’importanza di un linguaggio inclusivo e rispettoso. In un’epoca in cui l’inclusività è fondamentale, le parole assumono un ruolo cruciale nel plasmare la nostra realtà e le nostre interazioni. Questo vocabolario, aggiornato e diretto dai linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, non si limita a raccogliere termini, ma offre anche avvertenze chiare su parole considerate offensive o discriminatorie. L’obiettivo non è censurare, ma piuttosto sensibilizzare e promuovere una comunicazione più consapevole.

Il vocabolario Treccani e la sua missione

Il Vocabolario TreccaniDizionario dell’italiano Treccani 100, pubblicato nel 2025, rappresenta un passo avanti significativo nel campo della linguistica. Esso include termini che, sebbene possano apparire normali, sono accompagnati da indicazioni chiare sul loro utilizzo. Frasi come “da evitare”, “oggi sconsigliabile” e “non più in uso perché offensiva” sono presenti per guidare gli utenti verso un linguaggio più rispettoso. Secondo quanto riportato dall’agenzia Adnkronos, l’intento è quello di non nascondere la realtà linguistica, ma di fornire strumenti utili per comprenderla e, se necessario, modificarla, soprattutto per le nuove generazioni.

Il linguaggio della generazione Alpha

I ragazzi e le ragazze della generazione Alpha, compresi tra i 9 e i 18 anni, sono immersi in un contesto digitale caratterizzato da social network e linguaggi incisivi. Spesso utilizzano termini pesanti con una certa leggerezza, senza rendersi conto del loro potere offensivo. Parole come “idiota”, “ebete” e “mongoloide” hanno origini storiche che rimandano a un’epoca in cui la diversità era vista come un difetto. Oggi, il Vocabolario Treccani sottolinea l’importanza di un linguaggio che valorizzi le differenze e promuova l’unicità di ogni individuo.

Termini da evitare e il loro impatto

Tra i termini segnalati come offensivi, “anormale” è definito come un modo inadeguato per riferirsi a persone con disabilità. Il Vocabolario chiarisce che non esiste una “normalità” di riferimento e che ogni persona è unica. Altri termini come “deforme”, “handicappato” e “minorato” sono anch’essi accompagnati da note che ne sconsigliano l’uso, in quanto ledono la dignità personale. La sensibilità verso il linguaggio è un passo fondamentale per costruire una società più inclusiva.

Il significato di termini controversi

Il termine “extracomunitario”, pur essendo tecnicamente corretto, ha assunto connotazioni discriminate, specialmente nei confronti di immigrati provenienti da Paesi non europei. Secondo il Vocabolario Treccani, ha acquisito un significato spregiativo e razzista. Anche l’espressione “minus habens”, sebbene di origine latina, non fa che offendere, etichettando una persona come avente minori capacità intellettive, un concetto inaccettabile nel 2025.

Il percorso verso un linguaggio rispettoso

Termini come “mongoloide”, utilizzato in modo improprio in ambito medico, sono stati segnalati come parole da evitare poiché storicamente utilizzate in modo spregiativo nei confronti delle persone con sindrome di Down. Anche “subnormale” è stato dichiarato non più in uso per la sua offensività. Anche se parole come “babbeo” o “citrullo” possono sembrare leggere, sono comunque considerate insulti gravi. Il Vocabolario Treccani invita a riflettere sull’importanza di un linguaggio che non ferisca e che rispetti la dignità di ogni individuo, contribuendo così a un cambiamento culturale necessario.

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