Ucraina-Russia: attacco di Kiev con droni su Mosca e San Pietroburgo

Marianna Ritini

Agosto 24, 2025

L’aeroporto di Pulkovo, situato a San Pietroburgo, è stato chiuso a causa di un attacco con droni da parte delle forze armate ucraine. Questo evento ha portato al dirottamento di circa trenta voli. Le autorità russe hanno confermato che i droni diretti verso la capitale sono stati abbattuti dalle difese aeree, mentre un altro attacco ha colpito la regione russa di Belgorod, causando due feriti.

Attacco con droni a Mosca e San Pietroburgo

Il 15 gennaio 2025, le forze ucraine hanno lanciato un attacco aereo con droni che ha interessato Mosca, San Pietroburgo e la regione di Leningrado. L’agenzia di stampa Ria Novosti ha riportato che, a seguito di questa offensiva, le autorità russe hanno preso misure drastiche, tra cui la chiusura dell’aeroporto di Pulkovo. Questo ha comportato il dirottamento di una trentina di voli, creando disagi significativi per i passeggeri. Le difese aeree russe hanno riferito di aver abbattuto i droni diretti verso Mosca, ma i dettagli sull’entità dei danni o eventuali vittime non sono stati resi noti.

Parallelamente, un attacco ha avuto luogo nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina. Il governatore Vyacheslav Gladkov ha dichiarato che due persone sono rimaste ferite a causa di un drone che ha colpito un veicolo nella zona del villaggio di Krasnaya Yaruga. Le condizioni dei feriti sono state descritte come moderate e sono stati trasportati in ospedale per ricevere cure.

Aumento della produzione di droni da parte della Russia

Secondo un rapporto della CNN del 15 gennaio 2025, la Russia sta pianificando di aumentare la propria produzione di droni kamikaze Shahed a seimila unità al mese. Attualmente, il paese produce circa tremila droni Shahed mensilmente, ma fonti del ministero della Difesa ucraino hanno rivelato che i costi di produzione stanno diminuendo drasticamente. Nel 2022, un drone Shahed costava circa 200.000 dollari, mentre si prevede che entro la fine del 2025 il prezzo scenderà a 70.000 dollari grazie all’intervento dello stabilimento ‘Alabuga’ in Tatarstan. Inoltre, l’efficacia di questi droni è raddoppiata, con circa il 20% di essi che riesce a colpire gli obiettivi prefissati.

Blocco del Pentagono sui missili a lungo raggio

Il Wall Street Journal ha riportato, sempre il 15 gennaio 2025, che il Pentagono ha impedito per mesi all’Ucraina di utilizzare missili a lungo raggio contro obiettivi in territorio russo. Funzionari statunitensi hanno spiegato che una procedura di approvazione del Dipartimento della Difesa ha ostacolato l’uso dei sistemi missilistici tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense, noti come Atacm. In almeno un’occasione, l’Ucraina ha tentato di utilizzare questi missili contro un obiettivo russo, ma la richiesta è stata negata.

Possibile invio di truppe cinesi in Ucraina

Il quotidiano tedesco Welt am Sonntag ha riportato che la Cina potrebbe essere disposta a inviare truppe in Ucraina per una missione di mantenimento della pace, ma solo se queste forze ricevessero un mandato dalle Nazioni Unite. Questa proposta ha suscitato reazioni contrastanti a Bruxelles, dove alcuni diplomatici ritengono che la presenza cinese potrebbe facilitare l’accettazione di truppe straniere per monitorare un eventuale accordo di pace. Tuttavia, c’è anche preoccupazione che la Cina potrebbe usare tale opportunità per spiare l’Ucraina e assumere una posizione favorevole alla Russia in caso di conflitto.

Posizione di Zelensky sulla cessione dei territori

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la sua posizione riguardo ai negoziati di pace con la Russia. In occasione della Giornata della Bandiera nazionale, ha dichiarato che l’Ucraina non intende cedere i propri territori. “Non cederemo la nostra terra all’occupante”, ha affermato Zelensky, sottolineando che esiste una reale opportunità di porre fine al conflitto. Tuttavia, ha anche evidenziato che la Russia non mostra segni di intenzione di pace e continua a bombardare le città ucraine, rendendo necessaria una pressione internazionale per cambiare la situazione.

Dichiarazioni di Alexander Stubb

Alexander Stubb, presidente della Finlandia, ha espresso scetticismo riguardo alla possibilità di un incontro imminente tra Zelensky e Putin. In un’intervista con il quotidiano Ukrainska Pravda, ha affermato di non vedere segnali di volontà da parte della Russia di avviare trattative per un cessate il fuoco. Secondo Stubb, le tattiche dilatorie della Russia indicano che il conflitto potrebbe continuare almeno fino all’autunno, mentre Donald Trump ha manifestato crescente frustrazione per le manovre russe, che ostacolano il progresso verso un accordo di pace.

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